Condannato a 15 anni per camorra Pio Valda, sotto processo per l’omicidio di Checco Maimone
Quindici anni di reclusione, come capo del gruppo criminale che porta il suo cognome ed è attivo a Barra, periferia orientale di Napoli, alleato col clan Aprea: è la condanna che ha incassato Francesco Pio Valda, il 20enne sotto processo per l'omicidio di Francesco Pio Maimone, l'aspirante pizzaiolo ucciso nel marzo 2023 agli chalet di Mergellina da una pallottola vagante, esplosa durante uno scontro tra due gruppi di giovani malavitosi e a cui la vittima era totalmente estranea. Le indagini e il processo sono stati coordinati dal pm antimafia di Napoli Antonella Fratello.
Riconosciuta l'esistenza del clan Valda
Con la sentenza l'autorità giudiziaria ha riconosciuto l'esistenza del gruppo camorristico, di cui il 19enne sarebbe il vertice. Oltre a Francesco Pio Valda (15 anni e 4 mesi di reclusione) sono stati condannati anche diversi appartenenti al suo nucleo familiare: inflitti 9 anni alla nonna, Giuseppina Niglio, 9 anni e 4 mesi di carcere alla sorella, Giuseppina Valda, e 11 anni al fratello maggiore, il 23enne Luigi Valda. Sono stati inoltre inflitti 4 anni di carcere ad Emmanuel Aprea, figlio del boss Gennaro, 4 anni a Salvatore Mancini, 9 anni e 4 mesi ad Antonio Saiz, 12 anni e mezzo a Pasquale Saiz e 9 anni e 4 mesi di carcere a Pasquale Ventimiglia.
L'omicidio di Francesco Pio Maimone a Mergellina
Diversi degli imputati sono alla sbarra anche per il processo per l'omicidio di Francesco Pio Maimone, ucciso nella notte tra il 19 e il 20 marzo 2023. Quella notte, hanno ricostruito gli inquirenti, a far scatenare il litigio tra i due gruppi di giovani criminali era stato un pestone su un piede: qualcuno avrebbe calpestato involontariamente le scarpe firmate di Valda e da lì sarebbe nata la discussione, sfociata poi nell'esplosione dei proiettili ad altezza uomo; a premere il grilletto sarebbe stato proprio il 20enne, che avrebbe colpito Maimone che, totalmente estraneo alla vicenda, era seduto con gli amici ad uno dei tavolini. La sentenza è attesa per fine gennaio.