Condanna Ue per la Terra dei Fuochi, l’ex Ministro Costa: “Draghi e Meloni hanno azzerato tutto”

Il generale ed ex ministro Costa, che fece le indagini sulla Terra dei Fuochi, spiega perché la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia. Gli ultimi due Governi hanno azzerato tutte le strutture e cancellato i fondi.
A cura di Antonio Musella
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La Corte Europea per i Diritti dell'Uomo ha condannato l'Italia per il caso della Terra dei Fuochi, per i giudici europei l'Italia non ha tutelato la salute dei cittadini e dell'ambiente, contrastando il fenomeno e bonificando le aree. Una vicenda i cui segni sono ancora ben visibili tra le province di Napoli e Caserta. Centinaia di discariche illegali di rifiuti pericolosi interrati, roghi continui di materiale industriale di scarto, sebbene il fenomeno sia diminuito molto negli ultimi anni, i danni ambientali ed alla salute sono ancora presenti. Sergio Costa, ex Ministro dell'Ambiente dei governi Conte 1 e Conte 2, oggi deputato e vice presidente della Camera, è stato tra i protagonisti della stagione in cui, negli anni '10, si svelò lo scempio ambientale in Campania. Una stagione caratterizzata anche da imponenti movimenti popolari che chiedevano interventi urgenti per quei territori. Costa avviò le principali indagini sulla Terra dei Fuochi da generale del corpo forestale, poi da Ministro avviò alcune riforme necessarie per attuare le bonifiche. Con lui abbiamo provato a capire cosa dice la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo e soprattutto cosa non è stato fatto in questi anni.

Cosa dice esattamente la condanna contro l'Italia per la Terra dei Fuochi?

Segnala come le autorità italiane sapessero del problema della Terra dei Fuochi, che c'era un problema ambientale tra le province di Napoli e Caserta, che incide sulla salute, e non sono intervenute in termini prima preventivi, e poi, successivamente, curativi, affinché questa ingiuria ambientale non si trasformasse in ingiuria sanitaria. Una sentenza che dice che abbiamo fatto come le tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo.

Le prime reazioni politiche tendono ad inquadrare i fatti in una epoca lontana, ma in realtà le cose non stanno esattamente così.

Io sono stato quello che ha fatto le indagini sulla terra dei fuochi, e le ho fatte tra il 2011 ed il 2018 quando poi sono diventato ministro dell'Ambiente. Ho fatto una serie di scoperte di decine di discariche abusive, soprattutto di rifiuti interrati. Ricordo Caivano, Villa di Briano, Casal di Principe, Calvi, tantissime, che vennero fuori per le indagini sulle ecomafie. Ora, al di là dell'aspetto criminale, quelle discariche sono ancora lì.

La corte ha valutato un ricorso del 2013, e la Regione Campania in una nota dice che si tratta di fatti antecedenti il 2013.

Non esiste un tempo dato al 2013 per il giudizio della Corte, c'è stato semplicemente un ricorso fatto nel 2013. Ma prima e soprattutto dopo c'era tanto ancora. I fatti presi in esame tra l'altro vanno oltre il 2013. Io quando divento ministro dell'Ambiente, nel 2018, scopro che il Ministero non aveva una direzione generale che si occupasse delle bonifiche. Questo malgrado non solo la Terra dei Fuochi, ma anche tutti i 41 siti particolarmente aggressivi inquinati in tutta Italia. Quindi cambio l'organizzazione del Ministero ed istituisco una direzione generale solo per le bonifiche, ci metto le risorse e aumento la spesa del 900%, parliamo proprio di bonifiche che si stanno facendo, come la ex Caffaro di Brescia che non era mai stata bonificata da nessuno.

Per la Campania occorreva una legge per la Terra dei Fuochi, la norma la faccio nel 2020, nella finanziaria del 2020, tutto il resto era ormai finalmente pronto. Quella norma istituisce il sito di interesse nazionale, che si chiama "area vasta di Giugliano" ma tradotto è la Terra dei Fuochi. A quel punto c'era la legge, c'erano i soldi, c'era la direzione generale, c'è il protocollo d'intesa, bisognava partire. Quindi affido a chi ha la competenza per legge costituzionale, nel caso di specie alla Regione Campania, per la cosiddetta perimetrazione, cioè dovevano dire quali erano le bonifiche da fare per spendere le risorse. E così arriviamo al 2020.

Questa perimetrazione è stata fatta dalla Regione Campania?

No.

Poi arrivano i governi Draghi e Meloni, che iniziativa hanno preso sulla Terra dei Fuochi?

Io mi aspettavo che, una volta trovato lo strumento amministrativo e trovati i soldi, il governo Draghi e l'attuale governo Meloni avrebbero accelerato sulla strada delle bonifiche. Invece, il governo Draghi prima e il governo Meloni poi, hanno cancellato la direzione generale delle bonifiche al ministero dell'Ambiente, hanno azzerato tutto, hanno cancellato l'organo che doveva fare solo quello. E poi hanno ritirato i fondi. Hanno azzerato tutto. A questo punto, io mi chiedo, ma quale priorità ha l'ambiente in Italia?

Come è possibile che un tema che ha visto centinaia di persone mobilitarsi sia completamente scomparso dall'agenda politica?

Io credo che l'ambiente non sia una priorità politica, e questa è una cosa molto grave. Noi cambiammo anche la Costituzione per inserire nel testo la tutela dell'ambiente. Oggi non è una priorità per chi è al Governo.

Cosa bisognerebbe fare?

Io come prima cosa con la Regione Campania farei la perimetrazione della Terra dei Fuochi, che ad oggi non è stata ancora fatta. Andrei ad incontrare i comitati, le associazioni, i Comuni ovviamente, per definire quali sono i luoghi dove intervenire con priorità, nel senso che si interviene su tutto, ma ci sono alcuni luoghi particolarmente inquinati dove si deve intervenire con priorità. La Regione, insieme allo Stato, quindi ci deve stare una cabina di regia, va a chiedere le risorse per andare oltre, visto che ce le avevo io vuol dire che da qualche parte sono finiti questi soldi, ma quelli si possono andare a chiedere anche all'Europa che ha dei fondi dedicati per le bonifiche. Ma il problema è un altro, è che se tu non chiedi, non progetti, non dimostri di voler fare le cose, non è che l'Europa quei fondi te li da perché sei bello e fatto bene.

La Terra dei Fuochi continua a bruciare. Abbiamo una diminuzione del fenomeno, senza dubbio, ma sussiste, basta farsi un giro tra Napoli e Caserta, lei cosa ne pensa?

Quando è stato svelato il fenomeno e si accesero i fari, c'era una situazione devastata e devastante. Oggi c'è più impegno, penso alla Prefettura di Napoli che ha un commissario alla Terra dei Fuochi, c'è un coordinamento di polizia, ci sono le Procure che insieme alla Procura generale di Napoli stanno facendo grandi sforzi, questo va colto. Ma è chiaro che non puoi ridurre tutto all'attività di controllo e di polizia sul territorio.

Questo è un mercato abusivo di rifiuti, quindi è generato da una produzione in nero, quindi bisogna intervenire su quella produzione in nero che genera i rifiuti. Bisogna intervenire là e non è lo stato di polizia che lo può fare, ci vogliono i soggetti adatti, e ci vogliono attività gestionali tra i Comuni e la Regione, è inevitabile.

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