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Confermata la condanna per Rosa Della Corte, la “mantide di Casandrino”: 13 anni di carcere per tentato omicidio

Aggredì agente in carcere, confermata condanna per Rosa Della Corte, la donna che era già stata in carcere per aver ucciso il fidanzato, in provincia di Napoli, nel 2003.
A cura di Valerio Papadia
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La Corte d'Appello di Salerno ha confermato la condanna a 13 anni di reclusione per Rosa Della Corte, la donna conosciuta come "Mantide di Casandrino" dopo aver ucciso, nel 2003, Salvatore Pollasto, che all'epoca era il suo fidanzato. La conferma della sentenza in Appello, per il reato di tentato omicidio, è arrivato dopo che, nel dicembre del 2015, nel carcere di Potenza – dove Rosa Della Corte era detenuta allora – la donna tentò di strangolare un'agente della Polizia Penitenziaria. La "Mantide" aveva, nel frattempo, scontato la condanna a 15 anni di reclusione per l'omicidio di Pollasto e viveva in Emilia Romagna.

La Corte d'Appello di Salerno ha confermato la condanna, sempre con l'accusa di tentato omicidio, anche Yesenia Veronica Gambino, anch'ella napoletana e compagna di cella di Rosa Della Corte, che partecipò al tentativo di strangolare l'agente del carcere di Potenza.

L'omicidio di Salvatore Pollasto a Casandrino nel 2003

Il 4 aprile del 2003, Rosa Della Corte, che all'epoca ha solo 18 anni, uccide il suo fidanzato, Salvatore Pollasto, 24 anni, militare in servizio a Casandrino, nella provincia di Napoli. Pollasto viene ritrovato nella sua automobile, con i pantaloni abbassati, le mani legate da manette: è stato colpito con due coltellate, dopo un rapporto sessuale. Le indagini portano subito a quella che era la sua fidanzata, Rosa appunto, che viene condannata per l'omicidio del 24enne a 18 anni di reclusione, poi ridotti a 15. Per il contesto in cui è maturato il delitto, la donna è stata ribattezzata dalla stampa, all'epoca, "Mantide di Casandrino".

L'evasione dal carcere e il processo ancora in corso

Nel 2014, ancora detenuta per l'omicidio di Salvatore Pollasto, Rosa Della Corte approfittò di un permesso premio di uscita dal carcere di Borgo San Nicola, a Lecce, e fece perdere le sue tracce. La donna venne ritrovata due settimane dopo ad Anzio, in compagnia del suo nuovo fidanzato. Il processo per l'evasione è ancora in corso presso il Tribunale di Lecce.

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