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Condanna definitiva per Nicola Cosentino: 10 anni, si costituirà in carcere

La Cassazione ha respinto il ricorso. L’ex uomo di punta del centrodestra accusato di essere il referente nazionale del clan dei Casalesi.
A cura di Nico Falco
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Nicola Cosentino si costituirà nelle prossime ore in carcere: la condanna a 10 anni di reclusione è diventata definitiva dopo che la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dai legali. Il politico, ex uomo di punta del Pdl in Campania, secondo la ricostruzione degli inquirenti sarebbe stato il referente, a livello nazionale, del cartello camorristico dei Casalesi.

Nato a Casal di Principe (Caserta) nel 1959, il politico e imprenditore nel corso della carriera è stato deputato per quattro legislature consecutive, dal 1996 al 2013 (eletto prima con Forza Italia e poi col Popolo della Libertà). Tra gli incarichi ricoperti, quello di sottosegretario di Stato del ministero dell'Economia e delle Finanze del Governo Berlusconi IV (dal maggio 2008 al luglio 2010).

Cosentino è stato ritenuto responsabile di concorso esterno in associazione mafiosa; è stato condannato nell'ambito del processo per le infiltrazioni del clan dei Casalesi nella Eco4, la società che ha gestito la raccolta rifiuti in una ventina di comuni del Casertano all'inizio degli anni duemila. Il 17 novembre 2016 Cosentino era stato condannato a 9 anni di reclusione in primo grado dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Un anno dopo, il 21 luglio 2021, la Corte di Appello di Napoli aveva confermato la sentenza di condanna, aumentando di un anno la pena. Il sostituto procuratore generale della Cassazione Silvia Salvadori aveva chiesto, durante la requisitoria, il rigetto del ricorso presentato dai legali del politico (Stefano Montone, Agostino De Caro ed Elena Lepre) contro la sentenza di secondo grado.

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