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Concorso Regione Campania 2019 Ripam

Concorso Ripam Campania, De Luca jr contro Brunetta. E il ministro replica: “Tuo padre d’accordo con me”

Il caso del concorsone Ripam per 1.800 persone in Campania è terreno di scontro tra il figlio di Vincenzo De Luca, Piero, deputato Dem e neo vicecapogruppo alla Camera e il ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Renato Brunetta.
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Il Concorso Ripam della Regione Campania tiene banco in queste ore: il mailing bombing dei borsisti che ai giornali hanno segnalato la loro situazione di disagio ha avuto l'effetto di far finire sui media la vicenda. Di che si tratta? Di 1.800 giovani che hanno aderito al concorsone  in Campania nel 2019, hanno superato le prime prove selettive nel 2020, effettuato il tirocinio nella Pubblica Amministrazione a fine 2020-inizio 2021 e ora attendono solo di capire il loro destino, ovvero quante prove finali dovranno sostenere e quando (viste anche le difficoltà dovute alla situazione pandemia) prima di entrare a pieno titolo nella Pubblica Amministrazione.

Fin qui tutto "normale" per storie di questo tipo, in Italia: i giovani borsisti avevano anche annunciato una manifestazione sotto la Regione Campania, proprio contro quel Vincenzo De Luca che un anno fa, in campagna elettorale, ha classificato questo concorsone come uno dei «miracoli» della sua amministrazione.

Fatto sta che oggi a prendere le parti dei giovani è stato un deputato del Partito Democratico. Non uno qualunque: Piero De Luca, neo vicecapogruppo Pd alla Camera ma soprattutto primogenito del politico salernitano.

De Luca jr ha rivoltato la vicenda. E se l'è presa col ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta mettendolo "in mora" con una interrogazione parlamentare:

La previsione di un'altra prova scritta, come reso noto da un recente comunicato del Ministero per la Pubblica Amministrazione, rallenterebbe ingiustificatamente l'iter concorsuale. I candidati hanno già svolto ben due prove scritte e stanno portando a termine, in questi giorni, il periodo di formazione presso gli Enti Locali della Campania.  Sarebbe auspicabile che i candidati svolgessero, al massimo, solo un'ultima prova orale, semmai per esporre il progetto di tirocinio effettuato, prima di poter essere definitivamente assunti in servizio qualora selezionati.
Mi auguro, vivamente, che il Ministro ascolti questa richiesta. È in gioco il futuro di oltre 1.800 giovani e di tante pubbliche amministrazioni del nostro territorio.

Apriti cielo: sull'argomento Brunetta scatta immediatamente e la sua risposta a De Luca figlio in sintesi è «sul concorso e su come dovesse essere svolto avevo già trovato una soluzione con tuo padre». Ecco cosa dichiara l'esponente del governo Draghi:

La soluzione decisa venerdì scorso dalla Commissione Ripam per sbloccare il corso-concorso in Campania è stata salutata con soddisfazione da me e dal presidente della Regione  Vincenzo De Luca, nel corso di una telefonata prontamente comunicata alla stampa. Nessuna prova scritta è  stata aggiunta a quanto previsto dal bando, ma è stata anzi cancellata la prova orale per consentire le assunzioni entro l'estate.

Questo è tutto. Altre interpretazioni sono infondate e strumentali, e contro gli interessi legittimi di chi avrà diritto all'assunzione, sulla base dell'impegno mostrato, dei risultati ottenuti e della prova finale del concorso. Per favore, chiarezza e serietà. Nessuno speculi sul lavoro dei giovani.

Ma cosa dice la commissione Ripam (è la struttura che organizza le prove) sull'argomento? Nella riunione del 9 aprile, «alla luce delle norme contenute all'articolo 10 del decreto legge 44/2021, ha stabilito che sono fatte salve tutte le prove eseguite finora e che, rispetto al bando originario che prevedeva un'altra prova scritta e una ulteriore prova orale, la procedura si semplificherà mantenendo soltanto la prova scritta, digitalizzata. Tale prova scritta potrà essere eseguita a giugno e, in questo modo, le assunzioni potranno avvenire entro l'estate».

Nel botta e risposta fra Piero De Luca e Renato Brunetta, il silenzio del governatore pesa. E così il figlio, in serata, è costretto ad un dietrofront a mezzo stampa e a mezze scuse: «Dispiace apprendere di una reazione del ministro Brunetta – dice – al quale ho indirizzato nella giornata odierna, con uno spirito di sincera collaborazione, una semplice lettera. Se la missiva inviata oggi ha consentito al ministro Brunetta di chiarire che non ci sarà alcuna ulteriore prova scritta per gli oltre 1.800 candidati, possiamo ritenerci assolutamente soddisfatti».

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