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Il Comune di Napoli fuori dal pre-dissesto dal 2033: poi si potranno abbassare le tasse

Il Comune presenta il bilancio dei primi tre anni del Patto per Napoli: raggiunti gli obiettivi, fuori dal pre-dissesto dal 2033. Ma dal 2026 aumento dei canoni delle case comunali e dismissioni.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Il Comune di Napoli sarà in pre-dissesto fino al 2032, dopodiché potrà tornare alla gestione ordinaria fino al 2043 con un piano di riequilibrio in bonis. È il cronoprogramma previsto dalla giunta Manfredi che oggi ha presentato il bilancio dei primi tre anni del Patto per Napoli, siglato nel 2022 con il Governo Draghi per ripianare i 5 miliardi di euro di debiti arretrati. Secondo il dossier, realizzato dall'Osservatorio di Economia e Società della città di Napoli sono stati raggiunti gli obiettivi previsti, grazie all'aumento dello 0,2% dell'addizionale comunale Irpef (oggi all'1%), al recupero dell'evasione, all'introduzione della tassa di imbarco a Capodichino di 2 euro, alla dismissione degli immobili e alla riduzione dei fitti passivi.

L’esposizione finanziaria complessiva del Comune è scesa dai circa 5 miliardi registrati al 31 dicembre 2021 ai circa 3,9 miliardi al 31 dicembre 2024. Tale riduzione, pari a circa 1,1 miliardi, è imputabile sia alla riduzione del disavanzo, passato da 2,2 miliardi a 1,6 miliardi, con una riduzione di circa 550 milioni, sia alla riduzione del debito finanziario (parte in conto capitale e in conto interessi) che è passato da 2,8 a 2,2 miliardi, con una riduzione di circa 600 milioni di euro.

Per garantire il risanamento in 25 anni, il Comune è chiamato a destinare al ripiano del proprio disavanzo risorse che ammontano a 175 milioni di euro per anno fino al 2030, a 79 milioni per anno nel 2031 e 2032, a circa 42 milioni dal 2033 fino al termine del periodo. Tuttavia, dall'anno prossimo, i trasferimenti economici dallo Stato, iniziati nel 2022, saranno ridotti. Il piano, infatti, prevedeva nel complesso un'erogazione di 1,3 miliardi di euro da parte dello Stato, di cui 440 milioni (36%) entro il 2025. "A partire dal 2026 – si legge nel dossier – il sostegno sarà di “soli” 46 milioni di euro. Al fine di continuare a garantire adeguati livelli di spesa pubblica per servizi, sarà quindi cruciale per la città attivare nuove risorse attraverso la riscossione e nuovi progetti di investimento. Dal 2026, quindi, inizierà una nuova fase nella quale il contributo statale continuerà a essere cospicuo e indispensabile ma il riequilibrio della condizione finanziaria richiederà al Comune uno sforzo finanziario via via maggiore rispetto a quanto si è osservato con i primi tre anni di esordio del Patto".

Aumento della riscossione e dei canoni delle case comunali

Come farà, quindi, il Comune a rispettare il piano di rientro? Le leve saranno due. Le risorse sono attese principalmente dal fronte della riscossione. Nel complesso, degli 800 milioni complessivi che il Comune si è impegnato recuperare per il riequilibrio finanziario, circa 730 (il 90%) sono attesi dalla riscossione mentre 73 (il 10%) sono secondo le previsioni da ricavare dalle attività che riguardano il patrimonio.

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Case comunali, dagli affitti aumenti di 750mila euro all'anno

Uno degli strumenti individuati è l'aumento dei canoni di affitto delle case comunali. Per ciò che riguarda il patrimonio, solo il 2022 e il 2024 hanno previsto le voci “alienazioni” e “conferimento a fondi” a seguito delle relative operazioni realizzate con INVIMIT e attraverso la vendita degli immobili. In tutti gli altri anni il cronoprogramma del Patto prevede il solo contributo derivante dall’incremento dei canoni dei contratti in concessione e locazione e dalla riduzione dei fitti passivi per un importo medio annuo, rispettivamente, di circa 750mila e 780mila euro. "È importante rilevare – si legge – in merito ai canoni dei contratti in concessione e locazione, che si tratta di risorse che andranno recuperate a partire dalla riorganizzazione in atto sul fronte dell’area patrimonio del Comune in concerto con il ridisegno del sistema delle partecipate".

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Tassa sui rifiuti, 15mila utenze in più

Un grande lavoro si è fatto poi sulla Tari, la tassa sui rifiuti. In questi anni si è registrato un ampliamento della platea dei contribuenti TARI, cresciuti di circa 15mila unità (+3%). Più precisamente, tra il primo gennaio 2024 e il primo gennaio 2025, le utenze domestiche sono passate da circa 359mila a 370mila mentre le utenze non domestiche da 115mila a 119mila. "Sembra plausibile – sottolinea l'Osservatorio – che tali incrementi siano almeno in parte riconducibili al lavoro di informatizzazione e razionalizzazione delle banche dati disponibili per la riscossione e all’emersione di nuovi contribuenti stimolata dalle azioni di recupero dell’evasione condotte adesso con maggiore continuità e sistematicità".

Riscossioni, Nov ha incassato 166 milioni

Ci sono poi le riscossioni dei tributi, che il Comune ha affidato, per quanto riguarda quelle coattive, alla Napoli Obiettivo Valore, la società di scopo con Municipia. Per quanto riguarda l’attività di riscossione coattiva, nei pochi mesi di attività del 2023, e relativamente a tutto l’anno 2024 e fino al 31 marzo 2025, NOV ha raccolto complessivamente circa 166 milioni di euro di cui 90 già incassati e 76 da incassare con rate distribuite nel tempo. L’80% dei contribuenti sta regolarmente onorando le scadenze previste. L’attività di NOV prevede un aggio commisurato alla capacità della società di generare extra gettito. Gli aggi sono differenziati a seconda che si riferiscano alla riscossione ordinaria o a quella coattiva e sono crescenti in funzione delle migliori performance, in linea con le delibere dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC). Per il solo 2024 l’aggio di NOV è risultato pari a circa 7 milioni di euro.

Aumento addizionale Irpef

A seguito degli accordi previsti nell’ambito del Patto, il Comune si è impegnato ad incrementare l’addizionale comunale IRPEF. Fino al 2022 l’aliquota dell’addizionale IRPEF era pari a 0,8% con esenzione per i contribuenti con fascia di reddito inferiore a 8.000 euro. A partire dal 2023 l’aliquota è stata incrementata allo 0,9% e nel 2024 all’1%; per tutti e due gli anni la fascia di esenzione è stata innalzata a 12.000 euro. La stima indicativa dell’impatto dell’incremento dell’addizionale IRPEF tra il 2022 e il 2024 suggerisce un aumento medio di circa 64 euro annui per contribuente. L’incremento va dai 123 euro registrati per il contribuente del quartiere Posillipo ai 43 euro del contribuente residente a Forcella-Borgo Sant’Antonio Abate, con Posillipo che ha il 29% della platea di contribuenti esente e Forcella il 52%. A fronte dei 77 milioni di gettito da addizionale IRPEF incassati nel 2022, il Comune ha incassato 80 milioni di euro nel 2023, 106 nel 2024 e stima di incassarne 107 nel 2025. L’impegno programmato nel Patto prevede, rispetto all’anno base 2022, un incremento di 5,9 milioni nel 2023 e di 15,6 milioni di euro negli anni tra il 2024 e il 2042.

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Tassa di imbarco a Capodichino

C'è poi la tassa di imbarco a Capodichino. A partire dal 4 aprile 2023, l’addizionale comunale sui diritti di imbarco aereoportuale nel caso dell’Aeroporto di Napoli ammonta a 8,5 euro ed è così ripartita:

  • i) 5 euro INPS (GIAS e Fondo Trasporto Aereo);
  • ii) 1 euro ENAV;
  • iii) 0,5 centesimi di euro per il servizio antincendio dell’aeroporto;
  • iv) 2 euro Comune di Napoli.

La buona notizia è che nonostante l'introduzione della nuova gabella, nel periodo considerato, "non vi sia stata una flessione del numero dei passeggeri". Il cronoprogramma prevede un contributo da tassa aeroportuale pari a 10 milioni fino al 2042. Nel 2024 ne sono stati incassati circa 12 milioni e la stima per il 2025 è di 13,5 milioni.

Dismissioni del patrimonio

Il Comune ha provveduto a conferire già 9 immobili al Fondo i3-SVILUPPO ITALIA, di cui 6 conferiti per apporto e 3 venduti, per una superficie complessiva di circa 40mila mq e per un valore complessivo di apporto/vendita pari a 44,42 milioni di euro di cui l’amministrazione comunale ha ricevuto 15,57 milioni in denaro e la restante parte sottoforma di quote del Fondo.

Aumento dei canoni delle case pubbliche

Il prossimo passo sarà l'aumento dei canoni delle case comunali. "Lo scopo dell’operazione – scrive l'Osservatorio – è la valorizzazione del portafoglio immobiliare, mediante processi di riqualificazione principalmente connessa alla negoziazione di nuovi contratti di locazione alle condizioni espresse dal mercato per gli spazi vacanti e, comunque, differenziati a seconda delle tipologie di immobili conferiti. Per il raggiungimento di tale scopo è stato formulato un preciso Piano (business plan) su un orizzonte temporale pari all’intera durata del Fondo (25 anni), il quale prevede puntuali interventi sugli immobili oltre ad una riserva annuale destinata a fronteggiare eventuali fabbisogni non prevedibili. Il totale delle spese in conto capitale previste dal Piano è di 29,5 milioni di euro, riferiti principalmente ad interventi di regolarizzazione e riqualificazione degli asset funzionali alla successiva valorizzazione locativa".

Altro tema è la riduzione dei fitti passivi. Tramite dismissioni di 22 immobili, tra cui uffici, scuole elementari e materne, e anche riferimenti specifici a servizi e aree del Comune, il Comune finora ha risparmiato 1,7 milioni.

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Riforma delle partecipate

Sul piatto c'è poi la riforma delle società partecipate. Il piano definitivo dovrà essere presentato entro giugno 2025. Sarà mantenuto il carattere pubblico delle società partecipate e senza esuberi di personale. La più rilevante azione di razionalizzazione delle partecipate riguarda le società Napoli Servizi SpA e Napoli Holding Srl.

Napoli Servizi

Secondo la bozza di piano, a Napoli Servizi sarebbero affidate le attività del patrimonio non a reddito, considerando 5 filoni di gestione e attività: i) Patrimonio istituzionale; ii) Scuole; iii) Cimiteri; iv) Sport; v) Mercati. Tale riorganizzazione e nuova assegnazione non potrà prescindere da un sostanziale rafforzamento quali-quantitativo del personale della società.

Le attività a reddito sarebbero invece affidate ad una nuova società, da costituire, che possa dedicarsi esclusivamente al patrimonio a reddito del Comune per la gestione del patrimonio disponibile (abitativo e commerciale) e gli ERP. La gestione dovrà riguardare soprattutto la regolarizzazione delle posizioni contrattuali, la manutenzione degli immobili e la loro redditività. Il Comune sta lavorando quindi ad un piano industriale per la costituzione di una nuova società che, nel rispetto dei rilievi sollevati dalla Corte dei Conti, sia in grado di garantire, rispetto all’attuale assetto, una gestione più efficiente e finanziariamente sostenibile. Questo progetto non esclude partnership gestionali con altri soggetti pubblici di altre città italiane.

Napoli Holding

Napoli Holding Srl oggi detiene la gestione dei servizi di trasporto pubblico. Il piano prevede che Napoli Holding assuma il controllo societario di Mostra d’Oltremare SpA, Terme di Agnano SpA in liquidazione, il Centro Agro-Alimentare di Napoli Scpa (CAAN, il mercato ortofrutticolo) e le altre società in liquidazione, nonché nella costituenda società di gestione del patrimonio. Per le altre società: ASIA, ABC, ANM e Napoli Servizi, è previsto un percorso più lento sicché manterrebbero per ora la loro autonomia.

Altre misure in valutazione riguardano l’incremento dei pagamenti per gli investimenti nel periodo 2022-2026, l’abbattimento dei tempi di pagamento e le transazioni dei debiti commerciali pregressi. Per il primo punto, la misura prevede il raggiungimento di un incremento pari a circa 23 milioni di euro all’anno per il periodo 2022-2026. La spesa in conto capitale per investimenti a carico del bilancio comunale, invece, si è assestata intorno a 33 milioni di euro nel 2022, intorno a 42 milioni di euro nel 2023 e intorno a 33 milioni di euro nel 2024. Per il 2025, si stimano 37 milioni di euro.

I tempi di pagamento dei fornitori si sono ridotti del 70% dai 99 giorni del 2021 ai 30 del 2024, così anche il debito commerciale: ridotto da 371 milioni di euro del 2021 a circa 18 milioni di euro del 2024.

Infine, nel 2022, è stata realizzata un’attività di definizione transattiva dei debiti commerciali certi, liquidi ed esigibili al 31/12/2020. I pagamenti eseguiti dal Comune si sono assestati su una cifra di circa 24,8 milioni di euro.

L’esposizione finanziaria complessiva del Comune è scesa da circa 5 miliardi (al 31 dicembre 2021) a circa 3,9 miliardi (al 31 dicembre 2024). Dallo studio realizzato e dal monitoraggio effettuato dal Ministero dell’Interno attraverso la Commissione per la Stabilità Finanziaria degli Enti locali, emerge il conseguimento degli obiettivi prefissati, con alcuni rilevi in merito alla gestione del patrimonio e al processo di razionalizzazione delle partecipate.

Che cos'è l'Osservatorio Economico del Comune

L’Osservatorio di Economia e Società della città di Napoli, costituito dal Comune con delibera di Giunta n. 476 del 7 dicembre 2023, ha l’obiettivo di elaborare studi e analisi sulle principali dinamiche economiche e sociali della città. L’Osservatorio è coordinato da Gaetano Vecchione (Università Federico II) ed è composto da: Salvatore Biondo (IFEL), Paola De Vivo (Università Federico II), Giuseppe Lucio Gaeta (Università L’Orientale), Claudia Gargiulo (Comune di Napoli), Francesco Izzo (Università Federico II), Benedetta Parenti (Università L’Orientale) e Paola Sabadin (Comune di Napoli).  L’Osservatorio opera in sinergia con la struttura dell’Amministrazione, attraverso il coinvolgimento dell’Assessorato al Bilancio, delle Aree Ragioneria ed Entrate, del Gabinetto del Sindaco, dell’Ufficio PNRR e Politiche di coesione avvalendosi, inoltre, della collaborazione scientifica di SVIMEZ – Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno.

Il sindaco Gaetano Manfredi ha commentato:

“Grazie al Patto per Napoli abbiamo evitato il dissesto finanziario, che avrebbe rappresentato un trauma per tutta la città, con lo smantellamento delle società partecipate e il blocco degli investimenti e delle assunzioni. Abbiamo ridotto il debito e i tempi di pagamento: i fornitori del Comune vengono pagati subito, e questo significa, ad esempio, che le cooperative che svolgono attività sociali sono in grado di erogare immediatamente gli stipendi. Allo stesso tempo, abbiamo assunto più di duemila persone tra Comune e partecipate, abbiamo effettuato investimenti importanti e migliorato la qualità dei servizi. Considerando da dove siamo partiti, si tratta di un risultato quasi insperato, ottenuto grazie all’impegno di tutti, a partire dai Napoletani”.

L'assessore al Bilancio, Pier Paolo Baretta, ha aggiunto:

“Dopo tre anni, possiamo parlare di evidenze consolidate, non più sperimentali. Abbiamo ridotto il disavanzo di oltre un miliardo e i tempi di pagamento sono scesi a 30-29 giorni. Inoltre, abbiamo attuato i piani di investimento con INVIMIT e migliorato la riscossione. La strada è tracciata, ma non è finita. Bisogna ulteriormente ridurre il disavanzo, recuperare ancora rispetto ad alcune situazioni specifiche, ad esempio la refezione scolastica, e completare il percorso di riordino delle partecipate, per il quale a giugno presenteremo un piano definitivo”.

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