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Come sta il bimbo colpito da un proiettile a Napoli, il medico: “Alcuni segnali fanno ben sperare”

L’intervista di Fanpage.it al Dottor Giovanni Gaglione, che all’ospedale Santobono di Napoli ha operato il bimbo di 18 mesi, ferito a Pomigliano d’Arco da un colpo di arma da fuoco: “Non ci dobbiamo mai abituare a questo”.
A cura di Gaia Martignetti
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Giovanni Gaglione è il Direttore della chirurgia Pediatrica del Santobono, l'ospedale in cui è ricoverato il bimbo di 18 mesi colpito a Pomigliano d'arco, in provincia di Napoli, da un proiettile partito in modo accidentale, secondo le prime ricostruzioni, da un'arma che il nonno stava pulendo. L'uomo è stato poi denunciato.

Durante la notte di venerdì, il Dottor Gaglione ha ricevuto una telefonata dai suoi colleghi ed è immediatamente rientrato dalle ferie per operare il piccolo, come racconta a Fanpage.it. "L'arma da fuoco – spiega il medico – è sempre qualcosa che appartiene agli adulti. Non è il bambino che scivola, si fa male, cade e si fa un trauma anche grave. Il fatto che un bambino sia ferito da un'arma da fuoco fa sempre impressione, ecco. E noi non ci dobbiamo mai abituare a questo".

Dottor Giovanni Gaglione
Dottor Giovanni Gaglione

"I colleghi erano preoccupati, perché hanno detto che loro erano rimasti turbati dal fatto che il bambino era andato in ospedale con una piccola ferita a livello della coscia destra. Siccome i parenti avevano detto che era stato attinto da un colpo d'arma da fuoco, si immaginavano che il proiettile stesse nella coscia. Sono andati a fare la radiografia e si sono accorti che il proiettile stava all'altezza del fegato. Quindi poi ci siamo sentiti, ho detto di fare subito una tac per vedere bene qual era il percorso del proiettile. Ci siamo organizzati per effettuare il prima possibile l'intervento chirurgico. Abbiamo studiato la tac per capire quale fosse stata la traiettoria attraverso le lesioni che si vedevano. Il proiettile prima stava a livello del fegato e successivamente a livello della vescica. Quindi abbiamo capito che il proiettile era vagante nella cavità addominale".

Come avete proseguito?

"Ci siamo chiesti quale fosse il miglior accesso chirurgico per poter riparare sia il fegato sia recuperare il proiettile che stava giù, vicino alla vescica. Quindi siamo riusciti a effettuare con un'unica incisione, sia la riparazione del fegato ma anche quella del colon. Il colon aveva due perforazioni. Siamo riusciti a effettuare tutte le operazioni chirurgiche attraverso un'unica incisione".

Quali sono le condizioni del bambino?

"Il bambino oggi pomeriggio è stato estubato, non ha avuto più bisogno dell'assistenza respiratoria, della ventilazione meccanica, respira da solo. Le condizioni emodinamiche sono stabili, ha avuto bisogno di una trasfusione durante l'intervento, perché aveva comunque perso sangue. Il proiettile ha attraversato la coscia, ha sfiorato l'arteria femorale, ha sfiorato la vena cava inferiore. Lo stesso fegato ha avuto un importante sanguinamento".

Possiamo dire che è fuori pericolo?

"Allora c'è un duplice problema. Il problema è infettivo, perché le ferite d'arma da fuoco sono ad alto rischio di infezione, perché il proiettile nell'attraversare i tessuti, si porta appresso anche brandelli di vestito, corpi estranei, altri frammenti di ossa che rappresentano un rischio infettivo. Quindi l'infezione è un rischio importante. Ma anche dal punto di vista del fegato. Per l'intestino le due perforazioni sono state riparate e quindi non dovrebbero dare problemi. Invece la lesione del fegato è molto importante, perché il proiettile ha attraversato il fegato da una parte all'altra, fino ad arrivare addirittura al diaframma. Quindi prima di sciogliere la prognosi, bisogna aspettare dei giorni. È chiaro che non avere più bisogno di trasfusioni, non aver  bisogno di assistenza respiratoria sono tutti segnali positivi. Fanno ben sperare. Il proiettile ha fatto un viaggio non da poco. Io ormai ho una certa esperienza di ferite di arma da fuoco, mi ricordo quella di Noemi. Le lesioni da arma da fuoco sono sempre più gravi di quello che sembrano dal primo momento. Sappiamo che anche un piccolo orifizio può nascondere delle situazioni drammatiche all'interno del corpo".

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