Coltivazione Cannabis: i Monti Lattari sono il regno dei narcos del Sud Italia
Cinquecento piante di cannabis, trovate solo con l'ultima operazione. Tradotto, quasi un milione e 300mila euro. Sarebbero finiti nelle casse dei narcos nostrani, quelli che gestiscono la produzione della marijuana nella zona dei monti Lattari, considerata la Giamaica del Sud Italia: un soprannome più che meritato, perché tra quelle montagne, a pochi passi da Napoli, si nascondono piantagioni sconfinate, capaci di rifornire gran parte del "mercato interno" di marijuana e hashish. Zona strategica, difficile da raggiungere e con un clima favorevole che velocizza la crescita. Da maggio ad oggi i carabinieri hanno scoperto su quei monti oltre 2mila piante di marijuana: le infiorescenze avrebbero fruttato circa 5 milioni di euro.
L'ultima piantagione è stata scoperta in località Monte Megano, nel versante montuoso che circonda la cittadina di Gragnano. I carabinieri di Castellammare di Stabia, col supporto del 7° Nucleo Elicotteristi di Pontecagnano, hanno scovato i numerosi filari di cannabis, mimetizzati nella vegetazione. Le piante si trovavano in una zona impervia, difficile da raggiungere coi mezzi convenzionali e quindi al riparo da eventuali pattugliamenti ordinari delle forze dell'ordine. I fusti sono stati sequestrati, campionati e distrutti sul posto.
Nell'ultimo mese e mezzo, nella stessa zona, i militari hanno rinvenuto oltre 2mila piante, tutte coltivate nella porzione più esposta al sole dei Monti Lattari, tra i comuni di Casola, Lettere e Gragnano. Il primo sequestro è del 28 maggio, quando a Lettere furono sequestrate 525 piante; pochi giorni dopo, il 4 giugno, altre 347 furono trovate alle spalle di Castellammare di Stabia. Il 3 luglio, di nuovo a Lettere, furono sequestrate 300 piante di cannabis indica e lo stesso giorno i carabinieri di Castellammare di Stabia trovarono altre 100 piante in una piantagione di Angri, in località Chianiello.