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Coltellate alla partita di calcetto, figlio e nipote della boss Maria Licciardi condannati

Condannati figlio e nipote di Maria Licciardi, la “Piccerella”, boss dell’Alleanza di Secondigliano, per il ferimento di 3 giovani sul campo di calcio a Chiaiano.
A cura di Nico Falco
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Quattro anni e 8 mesi di reclusione per Giuseppe Musella, 5 anni e 4 mesi per il figlio, Gennaro Musella: è la condanna inflitta oggi dal gup per il ferimento di tre ragazzi avvenuto il 3 ottobre scorso nel campetto di calcio San Rocco a Chiaiano, quartiere della periferia Nord di Napoli, durante una partita di calcetto tra giovanissimi. I due sono rispettivamente figlio e nipote di Maria Licciardi, per gli inquirenti boss del clan Licciardi, ai vertici dell'Alleanza di Secondigliano.

La lite tra le due squadre, poi sfociata in coltellate, sarebbe arrivata per battibecchi normali su un campo di gioco; secondo la ricostruzione degli inquirenti a sferrare i fendenti sarebbe state Gennaro Musella, mentre il padre, Giuseppe, teneva fermi i tre e lo incitava a colpire. I due erano stati incastrati dalle telecamere di sorveglianza che avevano ripreso la scena e riconosciuti anche grazie alle foto dei loro profili sui social network.

I tre feriti erano stati portati al Cardarelli, per il più grave la prognosi è stata sciolta soltanto alcuni giorni dopo. Giuseppe Musella era stato bloccato dalla Polizia di Stato poche ore dopo l'aggressione, ed era stato sottoposto a fermo per tentato omicidio, mentre il figlio si era costituito in compagnia del suo avvocato il successivo 7 ottobre.

Il coltello sarebbe stato recuperato da un borsone bordo campo: nel video che ha ripreso la scena, si legge nell'ordinanza, si vede il calciatore con la maglia numero 5, poi identificato in Gennaro Musella, che si avvicinava per prendere qualcosa che poi riponeva in tasca e quindi avvicinarsi all'altro giovane e sferrare i fendenti.

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