Collettore fognario a San Giovanni a Teduccio, cantiere fermo: “Non ci pagano da 4 mesi”

L’opera è indispensabile per il ripristino della balneabilità del mare a Napoli Est. Il Comune ha pagato tutti i lavori alla società consortile che gestisce il cantiere, ma da molti mesi i fornitori non vengono pagati. Il cantiere si è fermato.
A cura di Antonio Musella
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Il collettore fognario che si sta realizzando a San Giovanni a Teduccio è un'opera pubblica fondamentale per la periferia est di Napoli e per la riqualificazione di tutto il litorale. I lavori però sono praticamente fermi, dopo la società consortile che ha incarico il cantiere, la San Giovanni s.c.a.r.l. ha ritardato di quasi 4 mesi i pagamenti ai fornitori, mentre per gli operai sono arrivate già le lettere di licenziamento a partire dal 31 marzo prossimo. Una situazione complessa su cui però, una volta tanto, non c'è una responsabilità della pubblica amministrazione che, anzi, ha pagato tutto il dovuto alla società che sta facendo i lavori. Intanto i crediti si accumulano e i lavori sono fermi per quella che dovrebbe essere un'opera assolutamente strategica nella città di Napoli. Grazie al nuovo collettore fognario infatti, si potrà procedere al ripristino della qualità delle acque del mare di San Giovanni a Teduccio e quindi alla ripresa della balneazione. Un evento atteso da anni che rischia di farsi ancora attendere a causa del blocco dei lavori.

"Crediti non pagati da 4 mesi"

L'opera del nuovo collettore fognario di San Giovanni a Teduccio si sviluppa in diversi lotti, quello affidato alla società consortile "San Giovanni s.c.a.r.l." dalla mandataria dell'appalto che è il Consorzio Integra, è quello che si trova tra Corso San Giovanni e via Aubrey nella parte storica del quartiere. Il cantiere è sostanzialmente fermo e la ragione è un ritardo dei pagamenti dei fornitori, ed in parte delle maestranze, che ha raggiunto ormai i 4 mesi. "Noi stiamo realizzando il nuovo collettore fognario che impedirà che gli scarichi delle abitazioni della zona finiscano a mare – ci racconta il geometra del cantiere Paolo Radiceil cantiere è gestito da una società consortile, 4 mesi fa la società che gestiva la quotidianità della San Giovanni s.c.a.r.l. è stata estromessa dalla società mandataria, che ne ha preso il controllo ed ha ritardato e bloccato gran parte dei pagamenti". Per gli operai lo stipendio di febbraio è arrivato solo questa settimana, mentre la maggior parte dei creditori avanza cifre importanti, tanto da aver sospeso ogni attività all'interno del cantiere. "Io personalmente ho ricevuto solo il 40% di quello che mi spetta – spiega il geometra – mi hanno pagato una fattura di settembre. Molti fornitori non sono stati pagati, altri invece hanno avuto dei pagamenti minimi rispetto ai crediti che esigono dalla società consortile". Ma per gli operai da quando la mandataria Integra ha preso il controllo della società consortile il futuro è buio. "Gli operai che sono qui hanno già ricevuto le lettere di licenziamento, al 31 marzo dovranno smettere di lavorare. Qui sul cantiere solitamente ci sono almeno 20 operai, al momento ne lavorano 4 o 5 che stanno completando delle opere, ma tutto il resto è fermo per volontà dei fornitori che vantano i crediti e così rimarrà fino a quando non saranno saldati". Intanto intorno al cantiere c'è la sofferenza dei commercianti di Corso San Giovanni. L'area dei lavori infatti è corre lungo i marciapiedi che danno accesso ai negozi, che sono chiusi dalle reti di delimitazione del cantiere e collegati alla strada solo tramite passerelle. Il protrarsi del cantiere, che ora è fermo, non potrà che portare ulteriore sofferenza ai commercianti.

"Il Comune ha pagato tutto, è la società che deve liquidare"

La vicenda non vede responsabilità della pubblica amministrazione, il Comune di Napoli ha pagato lo stato di avanzamento dei lavori, quindi non ha alcuna pendenza con la ditta che sta gestendo il cantiere. "I soldi in cassa li hanno, il Comune ha pagato fino all'ultimo euro, si tratta semplicemente di una volontà materiale da parte della società consortile che deve pagare i debiti. Anzi per quello che sappiamo, i soldi che sono stati pagati dal Comune alla società metterebbero la stessa nelle comode condizioni di poter pagare tutti i fornitori" sottolinea il geometra Radice. Il caso è stato sollevato anche in consiglio comunale dai Claudio Cecere del Movimento 5 Stelle e da Aniello Esposito del Partito Democratico. Da un lato c'è il diritto delle maestranze e dei fornitori di ricevere i crediti che vantano, dall'altro c'è un territorio che aspetta il completamento di un'opera attesa da 15 anni, che porterebbe finalmente alla possibilità di rendere balneabile il mare di Napoli est, fino ad oggi uno spazio negato alla città proprio dall'inquinamento delle acque nere, e non solo, che finiscono nello specchio d'acqua parallelo al Corso San Giovanni. "Parliamo di una società che non vanta nessuna fattura non pagata da parte del Comune – spiega il geometra – il Comune è solvibile, la società consortile dovrebbe essere assolutamente in grado di pagare i crediti, noi stiamo aspettando da 4 mesi. L'appello che facciamo alle istituzioni è quello di adoperarsi affinché tutti vengano pagati e si possa finalmente riprendere i lavori". Una vicenda che rischia seriamente di far allungare ancora di più la possibilità di avere il mare balneabile a Napoli Est.

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