Cocaina a domicilio a Secondigliano, Napoli centro e provincia: 5 in carcere, vicini alla Vanella Grassi
Non una piazza di spaccio fissa, ma consegne a domicilio. Come se fossero dei rider, lavoravano con la formula del delivery: il cliente contattava gli spacciatori e loro salivano sullo scooter e lo raggiungevano con la droga. E non si limitavano a Secondigliano: forti del legame col clan della Vanella Grassi, si spingevano anche fino all'immediata provincia, consapevoli che nessuno avrebbe avuto da ridire su quello sconfinamento. Scenario ricostruito dalla Polizia di Stato, che ha portato a un'ordinanza di custodia cautelare per 5 persone firmata dal gip del Tribunale di Napoli (su richiesta della Procura) ed eseguita oggi, 6 novembre.
In manette sono finiti Daniele Romano, 28 anni, il padre Salvatore Romano, 54 anni, la madre Giuseppina Esposito, 52 anni, Antonio Russo, 33 anni, e Cristofaro Alfano, 59 anni; sono tutti ritenuti gravemente indiziati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, con l'aggravante di avere agito per favorire il clan della Vanella Grassi, al quale avrebbero destinato una quota dei proventi dell'attività di spaccio. La misura cautelare arriva al termine delle indagini svolte dai poliziotti del commissariato Secondigliano e dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia.
Secondo la ricostruzione degli investigatori il gruppo non consegnava cocaina soltanto a Secondigliano, ma arrivava anche nei quartieri di San Carlo all'Arena, a Poggioreale e nella zona del Vasto/Arenaccia, oltre che nei comuni di Casoria e Casavatore. L'associazione, che era contraddistinta da un forte vincolo familiare, si sarebbe inoltre avvalsa di un'articolata rete di complici e fiancheggiatori che avrebbero partecipato attivamente alla vendita di stupefacenti.