Cinque bambini gravemente malati in fuga da Mariupol ricoverati al Santobono di Napoli
Un viaggio lungo oltre 3mila chilometri e durato quasi due giorni per delle giovani madri e i loro bambini, affetti da gravi patologie. Una fuga dall'orrore della guerra, con cartelle cliniche in mano e la speranza di trovare la salvezza prima dalle bombe e dall'esercito invasore e poi in una stanza d'ospedale per continuare le cure interrotte. La fine dell'incubo per cinque bambini ucraini scappati da Mariupol è arrivata nelle scorse ore, all'ospedale Santobono di Napoli.
Sono tutti affetti da gravi patologie, per le quali erano in cura presso l'ospedale di Mariupol, una delle città più pesantemente colpite dall'esercito russo fin dall'inizio del conflitto, un nodo strategico fondamentale per unire territorialmente le province occupate di Lugansk e Donetsk con quella della Crimea, che la Russia ha già annesso unilateralmente (e non riconosciuta a livello internazionale) nel 2014. L'ospedale è stato uno dei primi luoghi ad essere bombardato dai russi, costringendo i degenti alla fuga improvvisata per ricevere cure e assistenza, spesso all'esterno del proprio paese.
Tra questi ci sono anche i cinque bambini che dalle scorse ore sono ricoverati all'ospedale Santobono-Pausilipon di Napoli. Hanno ricevuto le prime cure mediche per le rispettive patologie e sono stati affidati al personale sanitario, che ora monitora attentamente le loro condizioni. Fondamentale la presenza delle madri e delle cartelle cliniche che sono riuscite a portare con loro da Mariupol, che hanno permesso ai medici del Santobono di avere subito un quadro ben preciso delle patologie e delle condizioni di salute dei cinque bambini.
"Continueremo a garantire assistenza umanitaria e sanitaria a tutti i profughi che arrivano nella nostra regione dall'Ucraina", ha spiegato il presidente regionale Vincenzo De Luca, "con particolare attenzione ai bambini che riceveranno assistenza nelle strutture pediatriche.