Samuele Ciambriello: “Altro che zona rossa Covid, nelle carceri è molto peggio”
"I problemi patologici del carcere erano già sotto gli occhi di tutti. Poi si sono aggravati con il coronavirus. Peccato che dal Ministero della giustizia e dalla politica in generale minimizzano. La politica è cinica e pavida. La situzione richiede attenzione ed interventi realisti e immediati da parte della politica e delle istituzioni ai vari livelli. Ne va del diritto alla salute ,alla vita, alla dignità di chi è in carcere,dei detenuti, degli agenti e degli operatori sanitari. Tutte e tre le categorie hanno avuto contagiati e morti.La dolorosa contabilità dei decessi in carcere dall’inizio dell’anno (133, fra cui 51 suicidi, 13 nelle rivolte di marzo, 8 per Covid ( tra cui Giuseppe di Poggioreale) e uno, (Carmelo C. dopo 60 giorni di sciopero della fame) è contenuta in un dossier scaricabile dal sito dell’associazione Ristretti Orizzonti.
Dati che si integrano con quelli diffusi dal Garante nazionale per i detenuti e le persone private della libertà nel periodico punto della situazione inviato alla stampa, che a fronte di un calo delle presenze nelle carceri (53.758, 400 in meno della scorsa settimana) segnala un aumento «dei casi di positività tra le persone detenute (28%, ossia 172 in più) e tra il personale (19%, 156 in più).
Ad oggi 188 detenuti positivi in Campania di cui uno presso il Cardarelli e un altro al Cotugno. A Poggioreale i detenuti positivi sono 105 e 69 a Secondigliano.Sono invece e 223 i contagiati tra la polizia penitenziaria, il personale sanitario e amministrativo. In tutta Italia 732 detenuti positivi e più di 800 tra gli agenti di polizia penitenziaria,personale amministrsativo e sociosanitario. In Campania abbiamo avuto un detenuto e un medico penitenziario morti per Covid. Non sono numeri che confortano!
In questi giorni gli organi di stampa, i politici stanno utilizzando slogan demagogici come “Vogliono far uscire tutti dal carcere, anche i mafiosi”, facendo terrorismo allarmismo! I Garanti campani, i Cappellani e i Volontari continuano a ribadire che il carcere deve rieducare, in una situazione di pandemia si rischia una doppia reclusione Noi Garanti, regionale, provinciali e comunali ci appelliamo alla politica, affinché metta in campo provvedimenti coraggiosi, giusti e veloci, per la riduzione del numero di presenze dei detenuti negli Istitui di pena, applicando in modo estensivo e senza clausole discriminatorie, ipocrite e incostituzionali le norme.
Parliamo di indulto consapevoli di non percorrere strade dell’utopia o soluzioni impossibili ma riteniamo che non bisogna più utilizzare il carcere come contenitore di persone ai margini della società. Il carcere in questi termini ancora una volta si allontana dal principio cardine della costituzione che considera il fine rieducativo e non repressivo, non contenitivo del carcere e delle pene. L'attuale sistema è deficitario rispetto alla Costituzione. Mi dispiace che il ministro della giustizia Alfonso Bonafede minimizzi quello che sta accadendo nelle carceri, utilizzando parametri e percentuali che secondo lui non segnalino lo stato di allarme pandemico, io credo che servirebbe una tonalità di colore più violenta del rosso per le carceri. Il Carcere, momento di afflizione, rischia di diventare il luogo dove si consuma la vendetta pubblica. Operatori penitenziari, medici, volontari e garanti fanno un lavoro eroico sulle sabbie mobili. I detenuti sono persone che vivono in condizioni inumane e per di più pagano per la mancnza totale di spazi di libertà e per il disprezzo demagogico espresso nelle tv, sui giornali e in parlamento. Mi chiedo ma i Costituzionalisti e la Sinistra possono continuare a restare a guardare? Possono ignorarli? Nell'epoca della globalizzazione dell'indifferenza qual è il confine tra popolarismo e populismo, tra massa e plebe? Dove sta la sinistra e chi può dirsi di sinistra? Dove stanno i cattolici e chi può dirsi cattolico?".