Chiude il Cinema Metropolitan di via Chiaia a Napoli, lettere di licenziamento per i dipendenti
Chiude lo storico Cinema Metropolitan di Napoli. Il multi-sala di via Chiaia, tra i più belli della città, ha chiuso definitivamente i battenti ieri, mercoledì 15 gennaio 2025. Il sito web da oggi non è più aggiornato, al suo posto solo una pagina bianca. La struttura, di proprietà di Banca Intesa Sanpaolo, è stata messo all'asta nel 2023 a circa 2,5 milioni di euro. L'istituto di credito ha intimato agli attuali gestori, la società Sistema Spettacoli Srl, di lasciare i locali entro metà febbraio 2025. L'ipotesi paventata è che possa diventare un centro commerciale con sala cinema. Contro la chiusura del multi-sala si sono mobilitati cittadini e associazioni.
Chiuso il Cinema Metropolitan, licenziati i dipendenti
Lo storico cinema era presente in via Chiaia fin dagli anni '50 come monosala, poi divenuto multi-sala all'inizio degli anni Duemila. Ha chiuso le porte per l'ultima volta ieri. I dieci dipendenti hanno ricevuto, a malincuore da parte dei gestori, le lettere di licenziamento. Così, come perderanno il posto anche un'altra decina di lavoratori interinali. La crisi del multi-sala era iniziata durante il Covid19. La pandemia ha messo in ginocchio il mercato del grande schermo in tutto il mondo, decretando il successo delle piattaforme online. Ma, terminato il Covid, il Metropolitan si stava riprendendo, grazie anche alla gestione dei titolari Giuseppe Caccavale, storico impresario napoletano, e Nicola Grispello.
Tra le varie iniziative, la prima del film "Hey Joe" con la presenza in sala dell'attore americano James Franco, la presentazione di "Napoli-New York" di Gabriele Salvatores, con Pierfrancesco Favino, e quella di "Io sono la fine del mondo", il primo film dell'attore comico Angelo Duro.
Le iniziative per salvare il Cinema Metropolitan
Il cinema di 7 sale – 3500 metri quadrati – nel 2023 era stato vincolato dal Ministero della Cultura, grazie all'interessamento dell'ex ministro Gennaro Sangiuliano. Ciò nonostante, la procedura di vendita è andata avanti, anche se, al momento, non si sarebbe ancora firmato il contratto con il nuovo gestore, sul quale resta il massimo riserbo. Si attenderebbe, infatti, la liberazione dei locali.
Sullo sfondo anche il rebus sulla proprietà, che sembra non sia stato ancora chiarito e che sarebbe oggetto di un approfondimento da parte dell'Agenzia del Demanio. Il cinema, infatti, è ricavato all'interno di una cavità sotterranea. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale era stato un rifugio antiaereo. Successivamente, divenne cinema monosala e quindi negli anni Duemila multi-sala. Nel 2013 fu inserito nell'elenco di beni da trasferire al Comune di Napoli nell'ambito del Federalismo Demaniale. Sulla vicenda regna ancora l'incertezza. La proprietà al momento resta a Intesa Sanpaolo.
L'auspicio avanzato dagli attuali gestori è che il Ministero della Cultura, siccome c'è il vincolo, prima della vendita definitiva, possa esercitare l'opzione di acquisto, facendolo diventare patrimonio pubblico. E magari concederlo al Comune di Napoli, per assicurarne la continuità della valenza culturale.
Il futuro del Metropolitan, Borrelli (Avs): "No al supermercato con cinema"
Sulla vicenda ieri, il parlamentare Francesco Emilio Borrelli (Avs) ha fatto un intervento alla Camera, chiedendo l'intervento del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che al momento non avrebbe ancora risposto:
Della chiusura del Cinema Metropolitan di Napoli – ha detto Borrelli in Parlamento – l'Aula si è già occupata con un question time e con l'intervento dell'ex ministro Sangiuliano. Lo storico cinema doveva essere trasformato in garage e supermercato. Il Governo ha messo il vincolo, sembrava tutto risolto e che si andasse nella direzione giusta, ossia preservare i valori della cultura. Nonostante il vincolo, la Banca Sanpaolo non ha rinnovato il contratto agli storici gestori. Non è stato reso noto né al Comune né ad altri la destinazione. Ma sembrerebbe che il cinema, nonostante il vincolo, possa essere trasformato in area mercatale, mantenendo solo un terzo per le sale.
Ma Borrelli è decisamente contrario e spiega:
Sarebbe inaccettabile, il vincolo è totale. È un modo sbagliato di esercitare la loro funzione. Dobbiamo certamente promuovere il commercio, ma anche unirlo alla difesa di spazi di cultura, cinema, teatri e librerie. L'idea di massimizzare il profitto, nonostante il cinema si stia riprendendo e quel cinema stia funzionando non è accettabile. Chiedo che il ministro Giuli faccia prevalere le sue prerogative, convocando i vertici della banca. E soprattutto come sia possibile superare i vincoli. Lancio un appello anche per i lavoratori del cinema, che andranno in mezzo alla strada.