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Chirurgia in gravidanza, all’ospedale di Nola tecnica senza radiazioni per evitare danni al feto

Nell’ospedale di Nola (Napoli) una donna incinta è stata operata al cuore con una tecnica innovativa con cui è stato evitato l’utilizzo di radiazioni ionizzanti, che avrebbero potuto causare danni al bambino che ha in grembo. L’intervento eseguito dall’equipe dell’Unità Operativa di Elettrofisiologia del dottor Carmine Muto.
A cura di Nico Falco
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Nell'ospedale di Nola, in provincia di Napoli, è stata sperimentata una tecnica innovativa per eseguire una procedura di ablazione di tachicardia sopraventricolare in una paziente in stato di gravidanza senza l'ausilio di radiazioni ionizzanti, che possono provocare danni al feto. L'intervento è stato effettuato oggi, 20 luglio, nella divisione di Cardiologia, diretta dal dottor Luigi Caliendo, dall'equipe dell'unità operativa di Elettrofisiologia coordinata dal dottor Carmine Muto.

La paziente è una 33enne del Napoletano affetta da tachicardia reciprocante nodale, condizione che la obbligava a ripetuti accessi al Pronto Soccorso e all'utilizzo di farmaci in urgenza che sul momento risolvevano la crisi ma che non erano in grado di garantire una copertura sul lungo periodo. Il continuo utilizzo di farmaci non è però indicato per le donne in stato di gravidanza, per questo motivo i medici avevano scelto di sottoporla alla procedura di ablazione. In genere interventi di questo tipo vengono effettuati affiancando l'utilizzo di radiazioni al sistema di mappaggio elettroanatomico, per facilitare il posizionamento e la movimentazione dei cateteri all'interno della camera cardiaca, in modo da scegliere con esattezza la zona del cuore da trattare.

Grazie a un sistema innovativo di mappaggio elettroanatomico il dottor Mario Volpicelli ha evitato l'utilizzo delle radiazioni ionizzanti, che avrebbero potuto provocare dei danni al feto, e l'intervento è stato eseguito in completa sicurezza per la 33enne e per il bambino che porta in grembo; l'equipe era composta dalla dottoressa Antonietta Laezza e dagli infermieri Francesco Iovino e Amalia Tiglio.

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