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Chiara Mirto morta a 4 anni, assolto il pediatra che non diagnosticò la miocardite

Si chiude con una assoluzione il processo a carico del pediatra Eugenio De Felice, accusato di omicidio colposo per colpa professionale per la morte di Chiara Mirto, la bambina di Macerata Campania deceduta a 4 anni nel 2015 per una miocardite. Per i giudici il fatto non sussiste. L’avvocato della famiglia Mirto ha annunciato il ricorso in appello.
A cura di Nico Falco
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Il pediatra Eugenio De Felice, a processo per la morte della piccola Chiara Mirto, è stato oggi assolto dalla Seconda Sezione Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere: dopo sette ore di camera di consiglio il giudice Marco Discepolo ha emesso la sentenza: "il fatto non sussiste". Il medico era accusato di omicidio colposo per colpa professionale medica, il procedimento era partito in seguito alla denuncia presentata dai genitori della bambina, secondo i quali il pediatra avrebbe visitato soltanto superficialmente la piccola e avrebbe quindi sbagliato la diagnosi.

Chiara Mirto, di Macerata Campania, in provincia di Caserta, era morta nella notte tra il 2 e il 3 marzo 2015 all'ospedale Civile di Caserta per le complicanze di una miocardite. La bimba era stata portata in ospedale dopo una settimana di febbre molto alta. Secondo la famiglia in quei giorni era stata già visitata dal pediatra, il 27 febbraio e il 2 marzo, ma il medico non aveva riconosciuto l'infiammazione al cuore e l'aveva scambiata per una semplice influenza. L'errore nella diagnosi, questa la tesi sostenuta dai genitori, avrebbe comportato quindi il ritardo nelle cure che potrebbe essersi rivelato fatale.

Il pm aveva chiesto l'archiviazione per De Felice, ma il gip aveva invece ordinato la prosecuzione delle indagini e disposto il rinvio a giudizio. Il processo è durato circa 6 anni, nel frattempo la madre della bambina, Teresa Dell'Aquila, è deceduta per un male incurabile. Nella scorsa udienza del 12 ottobre il pubblico ministero Nicola Camerlengo, nella requisitoria, aveva ravvisato la colpa lieve del medico e non quella grave. Raffaele Crisileo, l'avvocato che sostiene la famiglia Mirto, invece, aveva chiesto la condanna per la colpa grave; ha annunciato che ricorrerà in appello dopo il deposito delle motivazioni.

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