Chi sono i ragazzi fermati per la sparatoria a Sant’Anastasia in cui è stata ferita una bimba
I carabinieri li hanno identificati in pochissimo tempo, anche grazie alle telecamere: c'erano i video delle attività commerciali e quelli della sorveglianza pubblica. Quando i militari sono piombati nelle loro abitazioni non si sono fatti trovare, ma nel giro di poche ore si sono entrambi consegnati: prima Emanuele Civita, 19 anni, poi, nel tardo pomeriggio, G. G., 17 anni: sono accusati, in concorso, di avere sparato davanti al bar di Sant'Anastasia (Napoli) due sere fa, ferendo padre, madre e figlia di 10 anni, quest'ultima ancora ricoverata in condizioni gravi ma stabili al Santobono. Un raid che sarebbe partito da un litigio avvenuto con altre persone: i due sarebbero tornati armati di una pistola e di una mitraglietta.
Chi sono i due giovani fermati per gli spari davanti al bar
Emanuele Civita, 19 anni, si è consegnato ai carabinieri nel pomeriggio. Il ragazzo, che ha precedenti per stupefacenti e armi, è il figlio di Fabio Civita, 43 anni, raggiunto nel 2014 da provvedimento cautelare in quanto ritenuto affiliato al clan camorristico D'Avino, attivo a Somma Vesuviana.
L'altro ragazzo, 17 anni, si è costituito nel tardo pomeriggio; ha precedenti per resistenza a pubblico ufficiale ed è il figlio di un pregiudicato, non affiliato, che venne ucciso una decina di anni fa a Somma Vesuviana, omicidio che portò alla condanna di un affiliato al clan Cuccaro e che sarebbe inquadrabile nei contrasti relativi allo spaccio di droga.
I due giovani, identificati dai carabinieri nel corso delle indagini, sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura presso il Tribunale di Napoli e presso il Tribunale dei Minorenni di Napoli, le accuse sono di tentato omicidio e porto illegale di arma in concorso. Secondo la ricostruzione avrebbero prima mostrato con atteggiamento aggressivo le armi da fuoco, una pistola e una mitraglietta, e successivamente sarebbero passati in scooter e avrebbero sparato verso la piazza.
La ricostruzione della stesa e le condizioni della bimba ferita
Il raid intorno alle 23 del 23 maggio, martedì. Nella piazza c'erano molte persone: oltre alla famiglia, originaria di Volla, anche numerosi altri clienti del bar e, soprattutto, tanti bambini che stavano partecipando ad una festa. Poi, all'improvviso, gli spari: almeno dieci colpi, un volume di fuoco che ha fatto ipotizzare sin dai primi momenti che fosse stata utilizzata anche un'arma automatica. I colpi, hanno ricostruito i carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna, sarebbero stati esplosi verso il basso, creando però una tempesta di frammenti di ogiva impazziti.
La bambina è stata centrata alla testa, il frammento della pallottola si è fermato nelle ossa del volto e solo per questo non ha raggiunto l'occhio o il cervello; è stata operata d'urgenza nella stessa notte al Santobono per l'estrazione del proiettile e ieri è stata sottoposta ad un secondo intervento per riparare una lesione alla parete temporale. La madre e il padre sono stati feriti rispettivamente all'addome e a una mano e sono stati ricoverati al Cardarelli.
L'uomo era stato dimesso nelle ore successive alla sparatoria, la donna ha lasciato l'ospedale oggi. La bimba è ancora ricoverata, le sue condizioni sono al momento stabili seppur restino gravi. Illeso un altro figlio della coppia, di 6 anni, che in quel momento si trovava a qualche metro.