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Chi è Pietro Ioia, il garante dei detenuti di Napoli accusato di aver portato droga e telefoni in carcere

Chi è Pietro Ioia, il garante dei detenuti della città di Napoli arrestato questa mattina in una inchiesta della Procura di Napoli: avrebbe abusato della sua posizione per portare droga e cellulari, dietro compenso, ai detenuti di Poggioreale.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Pietro Ioia
Pietro Ioia

La notizia del coinvolgimento di Pietro Ioia, garante cittadino dei diritti dei detenuti, in un'inchiesta che ha portato all'arresto complessivo di otto persone, ha generato come prevedibile un fiume di dichiarazioni.

Secondo gli inquirenti Ioia avrebbe approfittato del suo ruolo per introdurre dietro compenso cellulari e droga per detenuti del carcere di Poggioreale. Accuse gravissime: il Comune di Napoli ha fatto sapere di star già "predisponendo gli opportuni provvedimenti di revoca" dell'incarico confermatogli appena un anno fa dal neo sindaco Gaetano Manfredi, dopo che nel 2019 la sua figura (con annessa nomina) era stata voluta dall'amministrazione guidata da Luigi De Magistris.

Chi è Pietro Ioia, l'uomo della Cella Zero

Classe 1959, nato nella Sanità e cresciuto a Forcella, come ha più volte spiegato in diverse interviste, iniziò a delinquere in una piazza di spaccio, per poi diventare narcotrafficante internazionale. Arrestato e condannato a 22 anni di carcere, venne scarcerato nel 2002 e da allora ha iniziato ad occuparsi dei diritti dei detenuti.

Fu il primo a raccontare della "cella zero" di Poggioreale, quella in cui secondo i detenuti avvenivano violenti pestaggi ai loro danni e il 9 dicembre 2019 venne nominato dalla giunta De Magistris come Garante cittadino dei diritti dei detenuti, poi confermato anche da Manfredi un anno fa dopo il passaggio di consegne a Palazzo San Giacomo.

De Magistris: "La sua nomina fu una scelta coraggiosa"

Sulla vicenda è intervenuto anche Luigi De Magistris, ex sindaco di Napoli, che il 9 dicembre 2019 lo volle in quel ruolo:

Scegliemmo Pietro Ioia per dare un segnale di fiducia soprattutto al principio costituzionale della funzione rieducativa della pena. Ioia, pregiudicato per fatti gravi in anni passati, aveva pagato per i crimini commessi, ma aveva da tempo cambiato vita dedicandosi proprio al riscatto culturale e al recupero sociale e umano delle persone che hanno sbagliato.

Pensavam. che fosse una persona adatta per comprendere il dramma del carcere ed essere un punto di riferimento per chi volesse cambiare nella vita scegliendo la legalità. Come altri, diversi ne conosciamo a Napoli, che da criminali sono divenuti, con successo, testimoni di una vita che può cambiare, nella cultura, nelle professioni, nel sociale.

Fu una scelta coraggiosa, come tutte le scelte coraggiose dall’esito per nulla scontato, peccato che Ioia abbia tradito, come sembra, la fiducia in chi crede e continuerà a credere nella funzione rieducativa della pena e di poter offrire sempre una chance di riscatto alle persone.

Don Patriciello: "Spero sia innocente"

"Spero che sia innocente. Che Pietro Ioia, garante dei detenuti di Napoli, non abbia portato ai detenuti droga e telefonini. Lo spero per lui, per De Magistris, per il direttore del carcere. Lo spero per noi". Così Padre Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano, si è espresso sulla vicenda di Pietro Ioia.

Anche la Conferenza dei Garanti territoriali dei detenuti, attraverso il portavoce Stefano Anastasia, ha parlo di "sconcerto e amarezza", ricordando che in ogni caso "i Garanti nominati dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni da vent'anni svolgono un lavoro prezioso nella tutela dei diritti dei detenuti che e' parte della legalità penitenziaria", e che questo "non può essere messo in ombra dall'eventuale abuso dei propri poteri da parte di uno di loro".

Pietro Ioia
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Borrelli: "Da anni ne chiediamo la rimozione"

Anche Francesco Emilio Borrelli, deputato per i Verdi al Parlamento, ha espresso il proprio parere sulla vicenda, sottolineando come "da tempo chiediamo la rimozione di Ioia dal ruolo di garante, nomina che gli è stata data dalla precedente amministrazione e che avevamo chiesto di non confermare". Borrelli infatti ha ricordato come "due anni fa con il segretario generale del sindacato della Polizia penitenziaria Aldo Di Giacomo denunciammo che c'era un conflitto di interessi nello svolgere quella funzione visto che il fratello dello stesso Ioia era detenuto da diversi mesi nell'istituto penitenziario di Poggioreale".

E aggiunge: "Più volte dell'attuale garante detenuti comunale ne abbiamo chiesto le dimissioni, sia per aver difeso e giustificato pubblicamente il sistema criminale, ma soprattutto per la sua gestione che a nostro avviso da sempre ha tentato di destabilizzare il sistema carcerario infangando chi opera al suo interno".

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