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Luca Nardi, il tennista con Napoli nel sangue che ha battuto Novak Djokovic

Luca Nardi, la nuova promessa del tennis italiano, è nato a Pesaro da genitori napoletani. Il padre, notaio ed ex pallanotista, gli ha trasmesso anche il tifo per gli azzurri.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il suo nome è diventato popolarissimo in una mattina qualunque di marzo, quella odierna, dopo aver battuto Novak Djokovic in tre set (6-4, 3-6, 6-3) agli Indian Wells Masters in corso in California. Ma Luca Nardi, in realtà, è un nome ben noto nel tennis italiano, a dispetto della sua giovane età. Classe 2000, pesarese di nascita ma napoletano d'origine, è entrato nel giro degli astri nascenti del tennis italiano già da qualche anno. Ed ora che ha battuto Djokovic, il suo idolo, si candida a ripercorrere le orme di un altro wonderboy del tennis italiano: Jannick Sinner.

Nato a Pesaro da mamma Raffaella e papà Dario, lo sport ce l'ha nel sangue. I genitori, napoletani, vivono a Pesaro: il padre è stato pallanotista (altro nobile sport napoletano) di buon livello, nonché notaio con sede in via Manzoni. Ma Dario, al tennis, vi si avvicina per amore fraterno: segue infatti il fratello maggiore Niccolò che, però presto lascia per studiare design. Anche l'altra sorella, Giulia, secondogenita di Dario e Raffaella, si avvicina allo sport, in questo caso quello paterno: pratica nuoto, ma anche lei sceglie poi Giurisprudenza alla Bocconi di Milano. Luca, invece, resiste. E a 16 anni decide di iniziare a fare sul serio.

Non nasconde le sue origini napoletane, anzi: apertamente tifoso del Napoli, è anche un buon giocatore di calcetto e padel, mentre nei suoi miti tennistici ci sono Roger Federer e Novak Djokovic. La passione per il Napoli arriva dal padre, tifosissimo degli azzurri, ma Luca segue anche basket e motori, due sport che a Pesaro sono di casa. E sempre da buon napoletano, ha spiegato in qualche intervista di avere due piatti preferiti: da una parte il sushi, dall'altro la pasta al forno preparata da mamma Raffaella. Che all'impresa contro Djokovic ha assistito assieme all'intera famiglia, con papà Dario che in napoletano si è fatto scappare anche un "Ma che ha fatto?" come frase liberatoria per l'impresa del figlio.

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