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Che cos’è il virus che uccide i pesci del Mar Tirreno: “Colpisce il sistema nervoso e li fa nuotare senza senso”

Fabio Di Nocera, responsabile dell’Unità Operativa di Ittiopatologia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno: “Potrebbe finire sulle tavole, ma non c’è rischio per l’uomo”
Intervista a Fabio di Nocera
responsabile dell’Unità Operativa di Ittiopatologia dell'IZSM
A cura di Pierluigi Frattasi
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"Il betanodavirus è l'agente patogeno che sta infettando i pesci del Mar Tirreno portandoli alla morte. Questo virus provoca principalmente lesioni al sistema nervoso centrale ed alla retina per cui i pesci colpiti manifestano un nuoto anomalo, per esempio un nuoto rettilineo e rapido in superficie, movimenti circolari, l’alternarsi di lunghi periodi di immobilismo o nuoto letargico a rapidi guizzi. Alcuni assumono posizioni stazionarie anomale rimanendo in posizione verticale con la testa o la coda sula superficie dell’acqua".

A parlare a Fanpage.it è Fabio Di Nocera, responsabile dell’Unità Operativa di Ittiopatologia dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, (IZSM), che, insieme ad altri colleghi, ha individuato il virus che sta provocando "encefalopatia e retinopatia virale" nelle specie ittiche sulle coste italiane, con un'ondata anomala di decessi. Il virus, insomma, colpisce il sistema nervoso dei pesci, facendoli vagare senza senso, quasi come fossero zombie. Tra le specie più colpite ci sono anche la cernia bianca, la cernia canina, il pesce civetta e il pesce balestra. I casi segnalati si registrano soprattutto sulle coste della Calabria. In Campania al momento non ci sono state segnalazioni.

Dottore, come avete scoperto questo virus?

La malattia è stata segnalata in diverse specie ittiche, prevalentemente di origine marina, sia selvatiche che di allevamento, ed il primo caso è stato descritto nel 1988, in occasione di un grave episodio di mortalità occorso in stadi larvali e giovanili di specie ittiche marine in Martinica francese.
Sono stati già ampiamente segnalati in Italia casi di mortalità anomala di specie ittiche infettate dal virus dell’encefalopatia e retinopatia virale. Nel caso specifico, sono stati recentemente riferiti eventi in altri areali di pesca del Tirreno.

Ci sono rischi per la salute umana. È possibile che pesci malati possano finire sulle tavole?

Il virus non è responsabile di malattia nell’uomo. La sintomatologia clinica manifestata dai pesci colpiti non esclude la possibilità di poterli catturare in stato agonico e di ritrovarli nella filiera commerciale.

È possibile che l'epidemia possa essere provocata dal cambiamento climatico?

È ampiamente documentato come le condizioni ambientali, quali l’innalzamento della temperatura dell’acqua, possano favorire lo sviluppo della malattia e, quest’anno, la condizione predisponente si è presentata in modo importante dato che sono state raggiunte temperature ben oltre la media stagionale e per tempi prolungati.

Cosa sta facendo IZSM per contrastare questo fenomeno?

Il virus è veicolato dall’acqua, nella quale può sopravvivere per lungo tempo, per cui è inevitabile l’esposizione ma è appurata anche la trasmissione da genitori a figli e non esistono trattamenti terapeutici o vaccinali utili per contrastare la malattia in allevamento. L’encefalopatia e retinopatia virale rappresenta, infatti, un importante problema economico per l’acquacoltura marina.

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