
Il peculato è un reato antico come l'Italia, direbbe qualcuno. È il reato previsto dal Codice penale (articolo 314) che punisce il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio, che, «avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria». È al momento punito con la reclusione da quattro a dieci anni (la disciplina è modificata dalla legge 86/1990). Insomma è il reato del potente che approfitta del suo ruolo. E proprio nei giorni in cui la politica italiana si spacca sulla riforma della legge anticorruzione che punisce il reato, possiamo utilizzare l'ironia napoletana per spiegare esattamente gli effetti del peculato sulla gente.
Ci viene in aiuto il grande Totò che in uno dei suoi film più riusciti con Peppino De Filippo e un grande Giacomo Furia, ovvero "La banda degli onesti", del 1956 diretto da Camillo Mastrocinque, sceneggiato dalla premiata coppia Age & Scarpelli, nel celebre dialogo col Ragionier Casoria. Totò, nei panni di don Antonio Bonocore, portiere di grande condominio, ha a che fare con un amministratore di immobili corrotto, il ragionier Casoria. Che gli propone di imbrogliare e lucrare sul carbone acquistato per il riscaldamento collettivo. E il portiere onesto (così onesto da inventare per rabbia e frustrazione una contraffazione di danaro insieme all'imbianchino Cardone e al tipografo Lo Turco, senza tuttavia mai riuscire a spenderlo) rifiuta ogni truffa ai danni dei condomini. Ecco il dialogo, di straordinaria attualità.
Dal film "La Banda degli Onesti" – al ragioniere Casoria non riesce il tentativo di corruzione nei confronti del portiere Antonio Bonocore
CASORIA – Questo palazzo è surriscaldato.
ANTONIO – Veramente si lamentano tutti per il freddo, comunque se lo dite voi che siete esperto, si vede che è surriscaldato.
CASORIA – No, no, e quello, il prossimo rifornimento di fine mese, è esagerato.
ANTONIO – Esagerato?
CASORIA – Uh, assai!
ANTONIO – Ragionier Casoria, quella, la caldaia, ha bisogno di essere alimentata, centoventi quintali di carbone sono appena sufficienti. E poi, scusate, il preventivo non l'ho fatto io, l’ha fatto l’amministrazione.
CASORIA – Perché si chiamano preventivi?
ANTO – Eh, perché?
CASO – Perché sono fatti preventivamente. Ma poi, all’atto pratico, la cosa cambia.
ANTO – Come, cambia?
CASO – (inizia a ridere) Si dice centoventi quintali …… (ridendo) … e poi si fa con quaranta ….. (ridono entrambe) Questo però lo sappiamo solo noi…. (continuando a ridere con Antonio)
ANTO – Ragionie’, ….. (ridendo) ragionie’ venita qua ….. (ridendo) lo sapete come lo chiamano questo al paese mio?
CASO – (ridendo) No.
ANTO – (diventando serio) Peculato.
CASO – (smettondo bruscamente di ridere) Cosa?
ANTO – Peculato.
CASO – Io questo però non l'ho detto.
ANTO – Ah, no!
CASO – Ho detto solamente che stavo dalla parte vostra.
ANTO – Ma dalla parte mia fa freddo, e centoventi quintali di carbone sono appena sufficienti.
CASO – D’accordo. Volevo solo diminuire le spese condominiali. Vuol dire che ci ricorderemo anche di questo, Antonio Bonocore.
