Che ci fa una nave da perforazione oceanica a Napoli: a bordo 28 scienziati da tutto il mondo
La sua torre di 60 metri ben visibile dal Molo Beverello sta attirando l'attenzione dei curiosi da tutta Napoli da diversi giorni. Di notte, illuminata come un albero di Natale, sembra un faro piantato a pochi passi dalla Stazione Marittima. Non si tratta di una gru al lavoro nel cantiere per il nuovo porticciolo, ma del braccio meccanico di una enorme nave da perforazione oceanica, la Joides Resolution, in missione per scoprire i misteri della Terra.
La nave leggendaria nel Porto di Napoli
Ma che ci fa questo gigante dei mari nel Porto di Napoli. La Joides Resolution è una nave leggendaria per gli studiosi di tutto il mondo. Nel corso della sua lunga attività ha condotto oltre 400 spedizioni in tutto il pianeta. Approdata nel capoluogo partenopeo da pochi giorni e ripartirà il 14 febbraio per la sua 402esima spedizione nelle profondità del mar Tirreno. A bordo ci sono 28 scienziati, provenienti da tutto il mondo, tra loro anche 5 italiani, capitanati dagli scienziati Nevio Zitellini, dell'Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar), e Alberto Maliverno, del Lamont-Doherty Earth Observatory (Ldeo) della Columbia University. Obiettivo: scoprire i segreti della separazione dei continenti.
La Joides Resolution è un'ex nave da trivellazione petrolifera, riadattata dagli anni '80 ad imbarcazione scientifica. A bordo ci sono ben 10 laboratori all'avanguardia. L'enorme torre conente di penetrare in profondità, per prelevare campioni e condurre studi impossibili altrimenti. Il 14 febbraio dal porto di Napoli partirà la spedizione oceanografica dell'International Ocean Discovery Program (IODP) 402 – Transizione Oceano-Continente nel Tirreno”.
La missione nel Tirreno: studiare la separazione dei continenti
La spedizione durerà circa due mesi. L'obiettivo del Cnr è “affrontare questioni cruciali sulla tettonica delle placche cercando di comprendere i processi crostali che conducono alla separazione dei continenti attraverso la perforazione delle rocce del mantello terrestre; rocce che, normalmente si trovano a decine di chilometri di profondità, ma che nel Tirreno sono quasi affioranti sul fondale marino, rendendo, quindi, possibile il loro campionamento”.
Il responsabile scientifico Nevio Zitellini, del Cnr-Ismar, fornisce qualche dettaglio:
A bordo della JOIDES Resolution scienziati di tutto il mondo con specializzazioni in diversi settori delle geoscienze, quali geologia strutturale, geofisica, paleontologia, magnetismo, petrografia; mineralogia, geochimica e microbiologia, lavoreranno insieme per comprendere il processo che ha permesso la risalita del mantello dalle grandi profondità fino quasi ad affiorare al fondo del Mar Tirreno.
E aggiunge:
Questo processo viene chiamato ‘esumazione' e con la Spedizione IODP 402 si vogliono determinare quali sono state le interazioni tra le rocce del mantello e l'acqua del mare, le condizioni di pressione e temperatura in profondità le proprietà fisiche delle rocce e gli elementi in grado di modificarle durante il processo di esumazione. La definizione di tali processi permetterà di comprendere meglio il funzionamento del nostro sistema terra.
A bordo saranno presenti 28 ricercatori di cui 5 italiani: Paola Vannucchi, Università di Firenze; Maria Filomena Loreto, Cnr-Ismar; Agata Di Stefano, Università di Catania; Alessio Sanfilippo e Riccardo Tribuzio, Università di Pavia.
Per Maria Filomena Loreto del Cnr-Ismar,
La spedizione perforerà due transetti nel Tirreno. Un transetto est-ovest ha lo scopo di analizzare la progressione dalla crosta magmatica al mantello esumato; un transetto nord-sud mapperà la zona di faglia che ha permesso l'esumazione del mantello e permetterà, inoltre, di valutare i processi che hanno agito all'interfaccia idrosfera-litosfera e i potenziali ecosistemi correlati.