Centro commerciale Maximall Pompeii, i sindacati: “Mancano mense per i lavoratori e nidi aziendali”
Il nuovo centro commerciale Maximall Pompeii catalizza molte speranze per i posti di lavoro nella cintura Vesuviana: in costruzione a Torre Annunziata, dovrebbe essere il primo o il secondo più grande centro commerciale d’Europa. Ma «se è così, deve essere al primo posto anche per il rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori», dicono i sindacati che per la prima volta si fanno sentire pubblicamente sulla vicenda e accendono un riflettore importante su una grande opera privata.
Il comunicato della CGIL torrese-stabiese, a poche settimane dalla missiva inviata a Prefetto e Regione, in cui veniva chiesto un incontro per discutere degli aspetti occupazionali, urbanistici e sociali del nuovo centro commerciale, chiede di chiarire alcuni importanti aspetti in merito al futuro dei lavoratori:
Accogliamo come una notizia senz’altro positiva il fatto che una grande area industriale, dismessa e poi abbandonata per tanti, troppi anni, sia teatro di un grande investimento che può generare sviluppo e rigenerazione del territorio. Il punto però è: a vantaggio di chi? Noi pensiamo che questi grandi progetti debbano andare soprattutto a vantaggio del territorio, delle cittadine e dei cittadini, delle lavoratrici e dei lavoratori.
Scendendo nel dettaglio: il sindacato spiega che – a fronte di un intervento edilizio che copre un’area di 200mila metri quadrati – «la proprietà non ha pensato di realizzare né un nido aziendale, né una mensa per le lavoratrici e i lavoratori, né una ludoteca o un’area dove chi lavorerà in quel posto possa trovare dei servizi». «Non basta descrivere in termini entusiastici il progetto. Non basta fare promesse. Serve di più».
La richiesta del sindacato, quindi, è quella di realizzare delle aree e dei servizi dedicati ai lavoratori nel nuovo centro commerciale, unitamente a un accordo quadro su tutele e livelli salariali e su salute e sicurezza. Cgil ricorda che grazie al Contratto d’Area torrese-stabiese, la società che sta costruendo il centro commerciale riceve un contributo pubblico di 36 milioni di euro: tanto denaro pubblico. «Per fare cosa?», chiede Gianluca Torelli, responsabile della Cgil vesuviana.
«La risposta che viene fornita – prosegue Torelli – è che quelle risorse servono a creare posti di lavoro. Pensiamo che sia una risposta insoddisfacente, soprattutto per due ragioni. La prima è che quei posti di lavoro non sono un regalo al territorio, per la semplice ragione che quelle lavoratrici e quei lavoratori “servono”, al centro commerciale: senza il loro lavoro, quel centro commerciale nemmeno potrebbe esistere. La seconda è che non bastano i numeri: serve la qualità del lavoro, diritti, salari dignitosi, servizi, rispetto dei contratti, responsabilità sociale d’impresa».
Fra le richieste di Cgil un patto contro il lavoro precario:
Per questo pensiamo che vada stipulato, fin d’ora, un accordo quadro che metta nero su bianco che al Maximall Pompeii sarà contrastata ogni forma di dumping, di lavoro grigio o di sfruttamento. Allo stesso tempo, pensiamo che 2.500 lavoratrici e lavoratori meritino di essere considerati più di semplice manodopera: saranno il cuore e l’anima pulsante di quel centro commerciale.
Consentiranno ogni giorno a quel posto di poter aprire i cancelli. Per questa ragione, pensiamo che a fronte di 200mila metri quadrati di costruzioni, sia veramente il minimo sindacale realizzare delle strutture per offrire spazi e servizi a chi lavora. Un nido – ludoteca dove poter lasciare i figli, sportelli per supporto di vario tipo, una ciclofficina per i rider, un’aula sindacale.
A Fanpage.it Paolo Negri, Ceo della Irgenre Group, aveva spiegato il progetto della proprietà:
Essendo un'area altamente demografica, ed essendo convinti che questo progetto molto ambizioso sarà un successo, non escludiamo che questi numeri possano essere ulteriormente superati, soprattutto per l'effetto domino di attività indirette che siamo sicuri si genererà tutto attorno a questo grande progetto che stiamo realizzando.