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C’è un motivo per il quale Meloni è così aggressiva su Caivano: ha un progetto politico chiaro

L’aggressività di Giorgia Meloni a Caivano è figlia di tante strategie, non solo della rabbia contro Vincenzo De Luca.
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Meloni e Patriciello
Meloni e Patriciello

Mancano 10 giorni alle Elezioni Europee. Vincenzo De Luca si presenta al Parco Verde di Caivano, Napoli, all'evento di governo convinto tutto sommato prendersi il suo: è il presidente della Regione Campania, sa che ormai Caivano è una zona politicamente ostile ma pensa di potercela fare.

Non si rende conto che Meloni ha in serbo un siluro da lanciare pubblicamente: in una foto si vede Fabrizio Alfano, il suo capo ufficio stampa a Palazzo Chigi, pronto con lo smartphone a immortalare la scena madre: «Presidente De Luca! Quella stronza della Meloni! Come sta?» e il resto è storia (bassa) della politica italiana.

Caivano è diventata "Melonia". Il governo ha deciso di farne un esempio, di rivoltare questa zona come un calzino dopo una orribile vicenda – la violenza sessuale ai danni di due ragazzine – e  mandarci esercito, fiamme oro, carabinieri, commissari. Obiettivo: far diventare il Parco Verde un exemplum, tipo le vite dei santi. Da mesi a Caivano vanno e vengono ministri e annunciano (e in effetti costruiscono) palestre, centri sportivi, piscine, doposcuola, università, uffici comunali. Che questo servirà ad annientare il degrado umano e sociale e creare legalità è tutto da vedere: i clan hanno rallentato l'attività di spaccio, fiaccati dai carabinieri di Caivano, ma gli interessi criminali si sono solo spostati.

Meloni non è una politica sprovveduta: sa che creare una narrazione intorno all'orrore di Caivano può significare spendere questa storia in qualsiasi campagna elettorale. Un ghetto irrecuperabile, un buco nero che inghiotte bambini che diventa un parco urbano con sport, musica e teatro, forze dell'ordine. Il nome immortale di Pino Daniele appiccicato ad un centro sportivo, il prete coraggioso e così via.

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Don Patriciello e Caivano, una storia da fiction

Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per una fiction Rai e in effetti a Chigi qualcuno ci sta pensando. Su Caivano c'è già in lavorazione un progetto televisivo ispirato alla storia di Eugenia Carfora, la preside della scuola di Caivano, una sorta di "Mare fuori" ma più edificante, prodotto dalla società di Luca Zingaretti.

Il Meloni team invece pensa ad una storia che abbia come protagonista un sacerdote ricalcato sulla vita di don Maurizio Patriciello: ex infermiere che prende i voti, decide di andare nel ghetto urbano vesuviano, combattere contro i rifiuti stoccati illegalmente e i veleni e poi lottare per far rinascere il quartiere.

«È una pura casualità…», risponde De Luca sarcastico a chi gli chiedeva poi se vi fosse una concomitanza tra l'inaugurazione del centro sportivo di Caivano e le Europee. Il caso non esiste in politica, esistono le opportunità. Giorgia Meloni non è aggressiva con De Luca solo per il rancore della frase «lavora tu, stronza». Semplicemente Meloni non lo vuole più tra i piedi lì. Ha deciso che Caivano è la sua opportunità, la sua piccola Meloni city tutta da costruire. E sul futuro del bronx nell'area a Nord di Napoli non lascerà toccar palla a nessuno.

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