Castellammare, tra le mamme della scuola dov’è stata arrestata la prof per molestie: “Avevamo ragione noi”
Davanti alla scuola media "Salvati" di Castellammare di Stabia, vicino Napoli, il freddo e il gelo sembrano fagocitare tutto quello che c'è intorno. A pochi minuti dal suono della campanella sono ancora poche le mamme che arrivano davanti ai cancelli ad aspettare i bambini. Non è un giorno come un altro, ma è quello dell'arresto di quella che fino al giorno prima era un'insegnante di sostegno, oggi finita in carcere con l'accusa gravissima di violenza sessuale a danno di minori.
Le mamme arrivano in sequenza a pochi secondi dalla campanella, come un orologio svizzero. "Avevamo ragione noi, non siamo bugiarde" dicono. Il riferimento è ai fatti del novembre scorso quando una protesta delle mamme contro la professoressa arrestata oggi, sfociò in un pestaggio ai danni dell'insegnante. I genitori avevano raccontato di aver appena scoperto la chat di Instagram denominata "La saletta" dove la prof avrebbe condiviso messaggi espliciti, video, a contenuto sessuali.
Il commento delle mamme
Alcune mamme di altri alunni del plesso si fermano a parlare con i giornalisti. "Fosse stato per me non l'avrei fatta arrivare in carcere, l'avrei distrutta" dice una signora all'ingresso della scuola. Altre ricostruiscono l'accaduto. Altre ancora esternano "lo schifo" per quello che è successo.È una comunità sconvolta, senza dubbio, ma felice che le indagini stiano andando avanti. Teresa Manzi è stata una delle mamme che ha guidato la protesta, soprattutto sui social. "Oggi abbiamo vinto – dice – abbiamo dimostrato che non eravamo delle bugiarde camorriste, delle bestie, come ci avevano descritto" spiega. "Noi abbiamo visto delle chat, abbiamo ascoltato un audio – dice la signora Manzi – ma poi si sono aggiunte molte altre prove perché la Procura man mano mandava a chiamare altri ragazzi".
Quando le si chiede se ha provato a spiegare ai suoi figli cosa è accaduto a scuola, risponde: "C'ho parlato – dice – gli ho spiegato che non devono perdere fiducia nei loro insegnanti, perché non è giusto che paghino tutti per l'errore di una. Gli ho detto che se vedono qualcosa di strano lo devono dire a me ma anche alla loro insegnante, noi ci vantiamo dei nostri insegnanti". Dopo il pestaggio della prof, che in quella occasione fu difesa dal padre, anche lui aggredito, le indagini della Procura sono andate avanti e in meno di due mesi si è arrivati a una svolta e all'arresto della docente.
Ma sembra esserci una rottura tra l'istituzione scolastica e i genitori. "Per Natale gli alunni di questo plesso della scuola non hanno potuto fare la recita in presenza con le mamme – spiega la signora Manzi – hanno detto che le maestre avevano paura di noi. Ma non ci siamo scoraggiati e con l'aiuto di Don Catello, parroco della chiesa di Scanzano, l'abbiamo organizzata in parrocchia".
Le indagini: "la saletta" degli abusi
Alcune mamme non vogliono farsi riprendere, e parlano solo a telecamere spente. Raccontano di questa chat chiamata "la saletta", dal nome della stanza dove la docente pare portasse i ragazzi per compiere abusi sessuali. Lì, secondo le ricostruzioni investigative, li avrebbe costretti a vedere video porno arrivando anche in un caso, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, a costringere uno dei giovanissimi ad un rapporto sessuale orale
Poi in una chat su Instagram, chiamata appunto "la saletta", avrebbe postato video, audio e messaggi dal contenuto esplicito. I fatti sarebbero iniziati da ottobre 2023, ma solo nell'autunno del 2024 i genitori si sarebbero accorti di qualcosa. L'evento scatenante è stata la sospensione di un ragazzo, ufficialmente perché pescato a fumare una sigaretta nei bagni, ma pare che si sia trattato di una ritorsione della professoressa poi arrestata.
A quel punto i ragazzi vittime di abusi avrebbero minacciato di raccontare tutto quello che subivano, ma la risposta della docente sarebbe stata durissima, arrivando a minacciare bocciature. Poi l'aggressione violenta che avrebbe fatto esplodere il caso. "Stasera stappiamo una bottiglia di champagne" dice il nonno di uno dei ragazzi vittima di violenza che preferisce non mostrarsi in video. "Solo io so che ha passato mio figlio" dice la mamma. Anche lei non vuole mostrarsi in volto per paura di poter destabilizzare ancora di più suo figlio. Dalla scuola bocche cucite, la preside Donatella Ambrosio non c'è, dicono che non riceve nessuno e non è a scuola. Una docente intercettata prima di entrare si dice scioccata per quello che è successo. Un bidello sull'uscio della porta dice: "Chi ha sbagliato deve pagare, è scioccante, è una cattiva reputazione anche per noi". Ma per il resto nessuno si espone. Ora saranno le indagini a dover chiarire cosa sia accaduto.