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Caserta, le mani dei Casalesi sui lavori per la rete elettrica: arresti e sequestri

Le mani del Clan dei Casalesi sui lavori della rete elettrica nella provincia di Caserta. A scoprire il business i carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta che stamattina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare della DDA di Napoli nei confronti di tre persone ritenute, a vario titolo, responsabili di concorso esterno in associazione di tipo mafioso (clan dei Casalesi – fazioni Schiavone-Zagaria), estorsione, trasferimento fraudolento di valori e impiego di denaro di provenienza illecita. Sequestrate società per 2,5 milioni.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Le mani del Clan dei Casalesi sui lavori della rete elettrica nella provincia di Caserta. A scoprire il business i carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta che stamattina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di tre persone ritenute, a vario titolo, responsabili di concorso esterno in associazione di tipo mafioso (clan dei Casalesi – fazioni Schiavone-Zagaria), estorsione, trasferimento fraudolento di valori impiego di denaro di provenienza illecita. Con lo stesso provvedimento sono state sequestrate preventivamente tre società operanti nel settore degli scavi e di posa in opera di cavi elettrici per conto dell’Enel, riconducibili ai tre arrestati, per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro, nonché i conti correnti riconducibili alle stesse e agli indagati. Si tratta di Elettrolima srl e IGM Costruzioni Srl, entrambe con sede legale a San Marcellino, in provincia di Caserta. E di SIEC Immobiliare, con sede legale a Cavezzo, in provincia di Modena.

I provvedimenti restrittivi (2 in carcere e 1 agli arresti domiciliari) costituiscono il risultato di un’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, svolta dal gennaio al maggio 2019. Secondo gli inquirenti, Giuseppe Iannone, fin dagli anni ’90, avrebbe conseguito la gestione quasi monopolistica degli appalti pubblici nell’agro di Aversa, nell’ambito del sopracitato settore, grazie alla forza di intimidazione del clan dei casalesi, al quale avrebbe partecipato quale concorrente esterno, mettendo a disposizione le proprie società (Alba 90 srl, SIEP Costruzioni ed infine Elettrolima).

Dopo che nel 2017, la società Alba 90 era stata raggiunta da interdittiva antimafia, Giuseppe Iannone avrebbe intestato fittiziamente la SIEP Costruzioni (mera prosecuzione della Alba 90) al genero Mario Pellegrino e successivamente, la Elettrolima al figlio Mario Iannone e alla nuora Giustina Amato, continuando ad operare negli appalti per conto di Enel in violazione della normativa antimafia. I tre arrestati avrebbero minacciato i titolari della CEBAT, ditta appaltatrice per la manutenzione delle linee aeree e interrate in media e bassa tensione nella provincia di Caserta per gli anni 2017-2019, imponendo loro le maestranze e i mezzi delle ditte a loro riconducibili, estromettendoli, di fatto, dall’appalto in questione, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo mafioso. Giuseppe e Mario Iannone avrebbero impiegato nella gestione economica delle loro società i proventi derivanti dall’attività estorsiva in danno dei titolari della CEBAT. I soggetti arrestati sono Giuseppe Iannone, classe 1956, Mario Iannone, classe 1982, mentre Mario Pellegrino, classe 1978, è agli arresti domiciliari.

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