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“Cascone dietro la costruzione degli ospedali Covid” la rivelazione nelle carte dell’azienda

Luca Cascone avrebbe avuto un ruolo nel maxi appalto da 18 milioni di euro per la costruzione dei 3 ospedali prefabbricati in Campania voluti da De Luca. In un documento dell’azienda Med si precisa che la ditta ha interloquito anche con Cascone insieme ad altri e che “avrebbero determinato le scelte realizzative dell’opera di concreto realizzata”. Il consigliere regionale si sarebbe presentato, anche questa volta, come membro dell’unità di crisi senza averne alcun titolo. Marcello Taglialatela di Campo Sud presenta il quinto esposto alla Procura della Repubblica.
A cura di Antonio Musella
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Dopo l'inchiesta di Fanpage.it sul ruolo del consigliere regionale Luca Cascone sugli appalti della Regione Campania per attrezzature sanitarie durante l'emergenza Covid, emergono nuovi documenti che confermano il ruolo di primo piano di Cascone, vicinissimo da sempre a Vincenzo De Luca, che non aveva alcun titolo per interessarsi di appalti, gare e forniture. Cascone, come ha mostrato Fanpage.it, durante i mesi della pandemia era entrato in contatto con decine e decine di aziende che hanno riferito come il consigliere regionale si fosse presentato come membro dell'unità di crisi, ruolo di cui non è investito, o come dirigente di SoReSa, altro ruolo che non ricopre, occupandosi di prezzi e forniture mediche.

In una relazione inviata dalla MED, l'azienda che ha costruito i tre ospedali prefabbricati di Napoli, Caserta e Salerno per un importo di 18 milioni di euro, alla Regione Campania, Cascone viene individuato come "uno degli interlocutori che hanno determinato le scelte realizzative dell'opera in concreto realizzata". Il consigliere regionale salernitano dunque si sarebbe occupato, anche in questo caso senza alcun titolo, del più importante appalto della Regione Campania durante l'emergenza Covid, determinando, come emerge dal documento della Med, le scelte realizzative in merito ai 3 ospedali. Proprio Fanpage.it aveva mostrato, nella seconda puntata dell'inchiesta sugli appalti per il Covid, come le strutture prefabbricate di Caserta e Salerno non sono mai entrate in funzione e non possono essere aperte a causa del mancato collaudo dovuto ad un contenzioso tra Med e Regione Campania.

Taglialatela: "Presentato quinto esposto in Procura"

A rendere noti i documenti riservati è Marcello Taglialatela, presidente di Campo Sud: "Med individua in Cascone uno dei referenti, un membro dell'unità di crisi, così è scritto nel documento – spiega a Fanpage.it – ovvero uno di quelli che doveva determinare tutte le scelte e gli indirizzi che SoReSa e Regione Campania dovevano fare in merito agli acquisti. Non risulta che Cascone sia nè membro dell'unità di crisi e nemmeno uno scienziato, quindi non aveva alcun titolo per svolgere questo ruolo. Cascone è un semplice consigliere regionale ma molto, molto vicino a Vincenzo De Luca". La relazione di Med inviata alla Regione Campania e giunta a Taglialatela in forma anonima, racconta che nella fase di avvio dei lavori per i 3 ospedali prefabbricati siano state costituite delle "chat whatsapp" per velocizzare le comunicazioni tra l'azienda e i tre interlocutori che si sono presentati come membri dell'unità di crisi, ovvero Roberta Santaniello, Ciro Verdoliva e Luca Cascone. Mentre i primi due fanno effettivamente parte della unità di crisi della Regione Campania, Cascone non risulta affatto. Nel documento, datato 8 giugno, la Med chiede alla Regione di riconoscere il pagamento di circa 2 milioni di euro relativo alle modifiche in corso d'opera effettuate sui 3 ospedali prefabbricati, che sarebbero state indicate proprio dall'unità di crisi, quindi anche dallo stesso Cascone, motivo per il quale la Med si rifiuta di procedere al collaudo delle strutture che restano quindi chiuse e inutilizzabili. La Regione Campania infatti, a pochi giorni dal completamento dei lavori della Covid Center di Napoli, nel parcheggio dell'ospedale del Mare, decise di non utilizzare più i prefabbricati per le terapie intensive, visto che non c'era più esigenza, ma di renderli ospedali per la degenza di malati Covid multi problematici. Una scelta che rendeva l'opera diversa dall'oggetto dell'appalto vinto da Med che prevedeva la realizzazione di "moduli prefabbricati per terapie intensive". "Hanno fatto costruire 3 ospedali, di cui 2 sono chiusi e non apriranno, per quello di Napoli hanno affidato a trattativa privata 4 milioni di euro per attrezzature non meglio specificate, sempre per quello di Napoli non sono mai stati consegnati i ventilatori polmonari, parliamo di un appalto di 18 milioni di euro che è più che raddoppiato" sottolinea Taglialatela. Complessivamente, contando il valore iniziale e le modifiche in corso d'opera i tre ospedali prefabbricati, di cui quelli di Caserta e Salerno non sono mai entrati in funzione, sarebbero costati 24 milioni e mezzo di euro.

Il ruolo di Verdoliva: "Un facilitatore dell'azienda"

Nella relazione di 19 pagine della Med si indica anche il ruolo di Ciro Verdoliva, direttore generale dell'Asl Napoli 1: "Verdoliva avrebbe dovuto controllare che i lavori si svolgessero correttamente e in trasparenza, ma dalle carte emerge che il suo ruolo sarebbe stato quello di facilitatore dell'azienda" spiega Taglialatela. Proprio Ciro Verdoliva è stato uno dei principali sponsor degli ospedali prefabbricati di Napoli, Caserta e Salerno. E' proprio lui che convoca i giornalisti sul cantiere dell'opera lo scorso marzo, ed è l'Asl Napoli 1 da lui diretta che diffonde il video degli applausi ai camion della Med che arrivano di notte a Napoli con i moduli prefabbricati. Infine è sempre l'Asl Napoli 1 ad aver commissionato un video celebrativo relativo alla costruzione degli ospedali prefabbricati. Una scelta che racconta quanto la decisione di puntare su quest'ore fosse stata anche una scelta di tipo comunicativo. Intanto Taglialatela ha presentato il suo quinto esposto alla Procura della Repubblica di Napoli, che aveva già acquisito tutti i materiali di Fanpage.it relativi all'anomalo avvio dei lavori proprio del Covid Center dell'Ospedale del Mare, oggetto della prima puntata dell'inchiesta sugli appalti Covid.

Sequestrati i computer dell'unità di crisi

Intanto secondo Taglialatela sarebbero stati sequestrati alcuni computer dell'unità di crisi della Regione Campania, struttura della quale Cascone avrebbe detto di far parte senza averne titolo sia con la Med che con altre decine di aziende interessate a vendere attrezzature sanitarie alla Regione Campania. Proprio la terza puntata dell'inchiesta di Fanpage.it sugli appalti Covid aveva mostrato le mail tra Luca Cascone e numerose aziende private interessate a vendere alla Regione Campania ventilatori polmonari e mascherine, evidenziando di fatto un ruolo di Cascone nell'interlocuzione con le ditte private. Procedura questa non prevista dal codice degli appalti e dalle leggi in materia. Oltre ai Pc dell'unità di crisi, dove presumibilmente sono giunta le mail e le corrispondenze tra Cascone e le aziende private, è stata acquisita dalla magistratura la documentazione relativa alla fornitura commissionata dalla SoReSa all'azienda veneta T-Link. Anche questa circostanza era emersa nel lavoro d'inchiesta di Fanpage.it. L'azienda veneta era stata contattata direttamente da Luca Cascone per una fornitura di 40 mila mascherine per un valore complessivo di 160 mila euro circa. Acquisto andato a buon fine come dimostra la determina di SoReSa n°115 del 31 marzo 2020. Luigi Ciaulo, referente commerciale della T-Link, contattato da Fanpage.it aveva spiegato che "Cascone sembrava un dirigente della SoReSa per come si era presentato e per come aveva interloquito con loro".

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