I carri armati italiani fermati al casello di Salerno. Motivo? Non c’è la carta di circolazione
Cosa ci fanno cinque carri armati di nuova generazione, PzH 2000 (Panzerhaubitze 2000) di fabbricazione tedesca, 55 tonnellate di peso, 9 milioni d'euro di costo a pezzo, munizioni escluse, fermi di notte all'altezza della barriera di Mercato San Severino, in provincia di Salerno? È l'inizio di una storiella che, se non fosse vera, potrebbe essere tranquillamente una barzelletta. I panzer tedeschi nella notte tra domenica 26 e lunedì 27 giugno – lo racconta Il Mattino – sono stati fermati dalla Polizia stradale di Napoli, distaccamento di Nola.
Agli agenti della Polstrada era stato chiesto il supporto per il trasporto eccezionale alla barriera. Particolarmente delicato si prospettava l'ingresso nella galleria della corsia Nord, dove al momento ci sono lavori di manutenzione e restringimento della carreggiata. L'operazione, condotta da una ditta privata incaricata, prevedeva di trasportare i carri armati dal comprensorio militare di Persano per Bologna e poi da lì verso la Germania.
Ma qualcosa non va come dovrebbe: ad un controllo di routine gli agenti della Polizia stradale si accorgono di qualcosa su cui non possono chiudere gli occhi: trattori e semirimorchi che stavano trasportando 3 dei 5 carri armati erano sprovvisti di carta di circolazione e anche la revisione periodica prevista era scaduta, mentre uno dei conducenti non aveva la prescritta autorizzazione per la guida di mezzi di trasporti eccezionali. Niente da fare: dietrofront verso la base di Persano. E poi, nei prossimi giorni, con le carte a posto, i mezzi militari potranno riprendere il loro viaggio.
Lo Stato Maggiore della Difesa: i mezzi non diretti in Ucraina
Un comunicato stampa dello Stato maggiore della Difesa smentisce che i mezzi Pzh 2000 fossero destinati all'Ucraina. Sostiene invece che «erano diretti in Germania per un'esercitazione». «Il trasporto dei mezzi provenienti dalla base militare di Persano di Salerno era a carico di una ditta privata che da controlli effettuati non era in possesso di documentazione corretta», si legge ancora nella nota dello Stato maggiore della Difesa italiana.
(articolo aggiornato 29 giugno ore 13.57)