Carlo, l’amico del cuore di Francesco: “È morto in braccio a me. Non mi darò mai pace, poteva succedere a chiunque”
Carlo era il miglior amico di Francesco ‘Checco' Maimone, morto a 18 anni con una pallottola in petto a Mergellina, davanti agli Chalet del Lungomare. Il suo racconto è singhiozzi e incredulità. A Fanpage.it, confortato dalla mamma, si lascia andare ad alcuni ricordi del suo migliore amico: «Checco era diverso da tutti. E io non posso dimenticarmelo. Era più di un fratello, per lui venivo prima di tutto. E chi se lo scorda. Siamo cresciuti insieme. Lo sai come? Che Io se ero felice era felice lui per me. Ti rendi conto? Io non me lo scorderà mai».
Poi spiega i momenti dell'omicidio fra le lacrime: «Mi ha salvato la vita. Potevo morire io e lui stava dietro di me. E io so che non mi abbandonerà mai». Continua il suo racconto: «Io non ho pace, non riesco a darmi pace né calma, né spiegarmelo. Io non so perché .La sparatoria è successa in 20 metri e c'erano 40 persone come è possibile? Perché a lui? Dove sta il perché? Nessuno se lo scorda più Checco. Era il più buono e più gentile».
E ribadisce, ai microfoni di Fanpage.it: «Poteva succedere a chiunque, ad una mamma con una carrozzino, ad un bambino, a chiunque».
Poi l'agghiacciante ricordo degli ultimi attimi di vita di Francesco Pio Maimone: «Ho provato a soccorrerlo, mi è morto in braccio, ho fatto respirazione bocca a bocca, gli ho tirato la lingua che era rimasta in bocca. Le sue ultime parole erano per me, "Carlo, Carlo…". È morto fra le mie braccia».