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Carabiniere morto in un incidente stradale, l’amica: “Continua a proteggerci da lassù”

Francesco Pastore è morto insieme al collega Francesco Ferraro in un incidente stradale, avvenuto lo scorso aprile. La sua amica lo ricorda commossa, raccontando la sua passione per l’Arma dei Carabinieri e il suo spirito di sacrificio.
A cura di Peppe Pace
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Il maresciallo Francesco Pastore, morto a 25 anni a Campagna
Il maresciallo Francesco Pastore, morto a 25 anni a Campagna

Nella notte del 7 aprile 2024, due giovanissimi carabinieri sono morti in un incidente stradale sulla statale che collega Eboli e Campagna, in provincia di Salerno: il maresciallo Francesco Pastore, 25 anni, e Francesco Ferraro, appuntato di 27 anni. La "gazzella" su cui viaggiavano, guidata dal collega Paolo Volpe, sopravvissuto, ha impattato frontalmente con una Range Rover guidata da una donna risultata poi positiva ad alcol e cocaina. Gennara Cipriano, amica di Francesco Pastore, ricorda il giovane maresciallo appassionato dell'Arma dei Carabinieri sin da piccolo, tanto da decidere di voler seguire le orme del padre a soli 17 anni.

Come hai conosciuto Francesco? Come hai saputo del tragico incidente?

Ho conosciuto Francesco più di 8 anni fa, tramite suo papà, un appuntato scelto dei carabinieri e amico di famiglia, in servizio nella compagnia carabinieri di San Giovanni Rotondo, dove io abito e dove Francesco era di casa, perché andava spesso negli uffici dove il padre lavorava.
Quella maledetta notte ho appreso la triste notizia tramite una telefonata di un familiare poiché sin da subito la notizia è stata di dominio pubblico e velocemente si è diffusa sui vari social. È stato uno shock e non volevo crederci.

Parlaci di Francesco, che persona era e che rapporto aveva col suo lavoro?

Francesco era una persona speciale, pura, sincera e molto matura nonostante avesse solo 24 anni. Era un ragazzo dall’animo buono e molto generoso. Era abituato a guardare sempre alle persone meno fortunate ed era sempre pronto a tendere loro la mano. Era un angelo, un angelo sempre sorridente. Il suo sorriso contagiava chiunque e non potevi fare a meno di innamorartene. Francesco era fiero e orgoglioso della sua famiglia. Innamorato della sua mamma, legatissimo al suo papà, il suo idolo e molto attaccato alla sua sorellina Sara che lo ha sempre reso orgoglioso, soprattutto per il suo percorso di studi con la laurea in infermieristica conseguita pochi mesi prima della tragedia. Con Vilma, la sua fidanzata sognava di avere, in futuro, una famiglia e una casa vista mare.
Francesco aveva una sola passione… l’Arma dei Carabinieri. Per capire quanto fosse grande questa passione basta entrare nella sua camera, che ricorda l’ufficio di una caserma con vari oggetti e cimeli dell’Arma.
A 17 anni, Francesco comunicò al suo papà che era arrivato il momento di realizzare il suo sogno: arruolarsi. Dopo il diploma, si dedicò completamente allo studio per poter superare i concorsi previsti per l’ammissione ai corsi e nel 2020 riuscì a superare il concorso da sottoufficiale dei Carabinieri. Aveva finalmente realizzato il suo sogno.
Era affascinato da questo mondo sin da bambino, infatti ci sono foto che lo ritraggono all’età di 4 anni con indosso la divisa del papà. Aveva chiaro sin da subito quale sarebbe stato il suo futuro, il suo mondo e la sua vita. Francesco amava ciò che faceva, era orgoglioso della divisa che indossava ed è stato carabiniere fino al suo ultimo respiro.

il luogo dell'incidente
il luogo dell'incidente

Ricordi un episodio particolare, eloquente, che possa darci un'idea su che persona fosse Francesco Pastore?

Quando andammo a Campagna per prendere parte alla fiaccolata organizzata in memoria di Francesco e del suo collega, mi trovavo accanto a suo padre quando un signore sconosciuto si avvicinò, raccontando che pochi giorni prima Francesco gli aveva salvato la vita, intervenendo prontamente a sedare una lite familiare in cui il figlio dell'uomo lo aveva aggredito e picchiato violentemente. Con il suo intervento, Francesco riuscì a far desistere l'aggressore e ad arrestarlo. Questo era francesco, sempre pronto in qualsiasi circostanza, anche mettendo a rischio la propria vita pur di garantire la sicurezza agli altri.

Ci lasceresti con un messaggio a chi, come Francesco, ogni giorno rischia la vita indossando una divisa, per proteggere lo Stato e i cittadini?

Il ricordo di Francesco mi porta innanzitutto a ringraziare i nostri “angeli custodi” delle varie forze dell’ordine che ogni giorno mettono a repentaglio la loro vita per la nostra sicurezza. Voglio augurare a tutti coloro che intraprenderanno questa carriera di onorare la divisa, di lavorare con passione, grinta e determinazione soprattutto in memoria di chi, come il nostro Francesco, ha dato la propria vita per lo Stato italiano e per noi cittadini. Grazie Francesco, continua a proteggerci da lassù.

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