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Campi Flegrei, l’allerta resta gialla. “Vieteremo nuove costruzioni. Mezzo miliardo per la sicurezza”

Sono 4mila gli edifici a rischio sismico ai Campi Flegrei, di questi 1.250 ad elevato rischio e 2.750 a medio rischio.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Ai Campi Flegrei "la Commissione Grandi Rischi credo che confermerà l'allerta gialla. Vieteremo nuove costruzioni nella zona bradisismo". Ad annunciarlo è il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, al termine del vertice interministeriale a Palazzo Chigi sul bradisismo. Mentre per la messa in sicurezza per gli edifici pubblici e privati "potrebbero occorrere oltre 500 milioni". Escluso il metodo sisma-bonus. I fondi dovrebbero essere utilizzati solo per le prime case. Escluse seconde case e immobili abusivi.

"Resta allerta gialla per rischio vulcanico"

Il ministro Musumeci ha spiegato: "Oggi si è riunita la Commissione Grandi Rischi, non ho letto il verbale, ma credo che l'orientamento sia stato quello di confermare l'allerta gialla. Che all'interno della commissione ci siano state posizioni divergenti non sono in condizione di confermarlo, ma non escludo che la comunità scientifica possa avere valutazioni anche diverse".

"Un errore incoraggiare costruzioni lì"

Sullo sviluppo urbanistico dei Campi Flegrei, Musumeci non ha dubbi. Stop alle nuove costruzioni:

Un errore nel passato incoraggiare nuove costruzioni nell'area. Questo Governo si adopererà con apposita norma per vietare nuove costruzioni nella zona del bradisismo. Non è possibile pensare a un piano di evacuazione preventivo e al contempo un piano di sviluppo urbanistico. C'è un'alta densità di costruzioni e abitanti.

Abbiamo problemi a definire un piano di evacuazione, che deve essere presente in ogni comune d'Italia. Speriamo di poterlo concordare con la Regione Campania. Ci impegneremo affinché non ci siano altre nuove case nell'area. Chi vuole riqualifichi, consolidi ristrutturi quelle che esistono.

I primi interventi sulle scuole dei comuni flegrei

Sono 1.150 le segnalazioni dai cittadini soprattutto a Pozzuoli che hanno chiesto la verifica delle abitazioni. Il ministro ha spiegato che c'è una fascia di priorità. Nella area ristretta sono censiti 8mila edifici, il 50% è esposto a rischio sismico, di questi 1.250 immobili sono ad elevato rischio sismico, 2.750 a medio rischio.

Per quanto riguarda la messa in sicurezza Musumeci ha aggiunto:

Abbiamo deciso stasera di intervenire per mettere in sicurezza le infrastrutture pubbliche. Cominciamo dalle scuole di ogni ordine e grado. Gli spazi dove vanno i nostri figli devono essere sicuri.

Abbiamo concordato con la Regione e gli enti locali una serie di iniziative per risolvere le criticità di maggiore rilevanza: acquedotti, fogne e servizi essenziali. Con il ministro Valditara stiamo varando piano che coinvolga tutti gli edifici scolastici, una 60ina di scuole, vedremo quali hanno bisogni di interventi. Stesso discorso per infrastrutture mobilità, servizi essenziali come fogne, idrica, illuminazione pubblica.

E ancora:

Non abbiamo ospedali in quei comuni, ma due istituti carcerari, Pozzuoli e Nisida saranno con fondi del ministero della Giustizia messi in sicurezza. C'è poi il tema del patrimonio privato: 100 tecnici con 55 squadre stanno verificando la vulnerabilità degli edifici privati. Vogliamo capire quanti resisterebbero alle sollecitazioni di un terremoto. Escludiamo case abusive e seconde case. Su prima casa stiamo intervenendo con ricognizione che richiederà qualche mese, subito dopo stimata l'entità del costruito valuteremo l'importo e determineremo l'intervento finalizzato a mettere in sicurezza i cittadini. Rischio zero non esiste, ma si può intervenire per mitigare gli effetti di sisma e bradisismo e nella peggiore delle ipotesi rischio vulcanico, ma non ci sono elementi in questo senso.

Per la messa in sicurezza di tutte le strutture pubbliche e private che possano essere raggiunte con una buona dotazione finanziaria del Governo. Ancora non sappiamo quanto. Sicuramente ci vorranno oltre 500 milioni di euro per una stima complessiva. Potremo essere più precisi nei prossimi giorni.

Troveremo soluzioni alternative, adeguate, più celeri, non escludiamo neanche l'ipotesi di poter intervenire non soltanto sull'area del bradisismo. Sono due-tre ipotesi allo studio, stiamo cercando di capire se poi non sia utile anche la strada di sostenere un cittadino che volesse delocalizzare.

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