Campi Flegrei, il video su eruzioni, bradisismo e il Piano della Protezione Civile
È stato pubblicato oggi, 25 giugno, il mini-documentario "Eruzioni vulcaniche e bradisismo. La risposta di Protezione Civile", incentrato sul rischio vulcanico e il fenomeno bradisismico ai Campi Flegrei e che si sofferma sulla situazione attuale, fornendo dati sul sollevamento del suolo sulla sismicità del territorio e sulla risposta di Protezione Civile alla crisi bradisismica in atto. Il video è stato realizzato nell'ambito del Piano di comunicazione alla popolazione previsto dal DL 140 del 12 ottobre 2023 e approvato dalla DGR della Regione Campania 679/2023 ed è frutto della collaborazione tra Dipartimento della Protezione Civile, Protezione Civile Regione Campania e Osservatorio Vesuviano dell'Ingv. Il filmato è disponibile sui profili YouTube di Regione Campania e della Protezione Civile e si rivolge principalmente ai residenti dell'area flegrea e ai volontari, oltre a coloro che vogliono approfondire la conoscenza sul fenomeno sul rischio vulcanico e bradisismico e sul piano approntato in caso di allerta.
Il Piano per il rischio vulcanico
Il video presenta le attività di monitoraggio costante e mostra una animazione 3d di quella che potrebbe essere l'eruzione dei Campi Flegrei e su cui si basa il Piano nazionale per il rischio vulcanico; le fasi operative identificate sono tre: attenzione, preallarme e allarme. Viene inoltre illustrato il sistema di allarme pubblico IT-Alert, attivo dal 2014, attraverso il quale possono essere inviati speciali messaggi sui telefoni che si trovano nell'area interessata da un determinato evento o calamità e che potrà essere utilizzato anche in caso si riscontri la fase di "allarme", ovvero quella in cui è imminente un'eruzione. Per chi volesse allontanarsi già in fase di pre allarme, spiega il video, può farlo in autonomia scegliendo la propria destinazione e ricevendo un contributo economico da parte dello Stato.
Cosa succede in caso di allarme
In questa fase è previsto l'allontanamento dei cittadini dalla zona rossa, in un tempo massimo stimato di tre giorni, ovvero 72 ore; le operazioni vengono coordinate dalla Protezione Civile, l'accesso all'area resta vietato fino a diverse indicazioni da parte delle autorità. I cittadini possono scegliere di trasferirsi in una sistemazione scelta in autonomia, ricevendo un contributo dello Stato, oppure nella regione o provincia autonoma gemellata col proprio comune. Si può usare un mezzo proprio, rispettando orari e percorsi previsti dalla pianificazione, oppure uno messo a disposizione dello Stato; in questo secondo caso ci si deve recare nelle aree di attesa, anche attraverso apposite navette; da lì, coi pullman della Regione, ci si sposta nelle aree di incontro al di fuori della zona rossa, da dove infine si partirà per trasferirsi nelle zone gemellate.
Chi abita nella zona gialla
Chi vive nella zona gialla, spiega ancora il documentario, è esposto alla ricaduta di lapilli e ceneri vulcaniche. Le autorità decideranno se sarà necessario allontanarsi. Se non sarà necessario, si dovrà comunque restare in casa con le finestre chiuse, evitare di uscire se non indispensabile ed evitare l'uso di veicoli per via della cenere sulle strade e per non intralciare i mezzi di soccorso.