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Campi Flegrei

Campi Flegrei, il direttore dell’Osservatorio vesuviano: “Meno terremoti, ma il bradisismo continua”

Meno energia sismica nei terremoti, ma il bradisismo continua: lo ha spiegato Antonio Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La caldera dei Campi Flegrei
La caldera dei Campi Flegrei
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Il bradisismo nei Campi Flegrei continua, anche se ci sono terremoti meno forti. Lo ha spiegato Antonio Di Vito, direttore dell'Osservatorio Vesuviano, a margine del convegno "Costruzioni in zona sismica: il caso dei Campi Flegrei" che si è tenuto presso l'Università degli Studi Federico II di Napoli quest'oggi, lunedì 29 gennaio. Terremoti che in realtà continuano, ma che sono a bassa energia sismica e meno frequenti rispetto ai mesi scorsi, e questo ha dato l'impressione che il bradisismo si fosse in qualche modo fermato: in realtà, il sollevamento del suolo continua anche se si trova in una fase di rallentamento.

Da qualche tempo l'Osservatorio Vesuviano ha anche aperto un'altra sala di monitoraggio sul Vesuvio, che permette una maggiore capacità di osservazione del sottosuolo. A sottolineare come l'attività del bradisismo continui senza sosta ci sono anche i dati nell'Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia: a gennaio, ancora in corso, ci sono già state più di 80 scosse; nel mese di dicembre erano state in tutto 76, dunque meno che adesso.

Scosse che però sono state tutte di bassa intensità: l'unico evento di un certo rilievo era stato quello dello scorso 21 gennaio, arrivato a 2.6 di magnitudo. Dopo di quello, solo scosse minori, molte delle quali neppure avvertite dalla popolazione proprio per la bassa energia sismica, spesso inferiore anche ad 1 e dunque registrata solo dai sismografi. Dati che confermano, dunque, che l'attività del bradisismo è tutt'altro che conclusa, come si pensava fino a qualche settimana fa. In realtà continua a crescere, seppur a ritmi più lenti.

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