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Covid 19

Campania, zona rossa Covid per la sesta settimana. De Luca: “Criteri demenziali”

La Campania ha un Rt puntuale di 1,19 questa settimana ed ha una trasmissibilità compatibile con uno scenariodi tipo 2.  Stavolta cala la classificazione di rischio, giudicata moderata. Ed è dunque possibile che questa sia l’ultima settimana della regione meridionale in zona rossa dopo un mese e mezzo.
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La Campania ha un Rt (indice di contagio Covid) di 1,19 questa settimana ed ha  una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2. Resta zona rossa a causa dell'alto Rt della scorsa settimana se in netto calo: 7 giorni fa era 1.65 (range 1,59-1,72) quindici giorni fa  era 1.5.

Stavolta cala la classificazione di rischio che è giudicata moderata, c'è un calo di casi (-6,7) e zero allerta nei sistemi sanitari. Venti i focolai di virus individuati. Visti i dati, è dunque possibile che questa sia l'ultima settimana della Campania in zona rossa dopo 6 settimane, un mese e mezzo, prima del possibile passaggio in zona arancione.

De Luca commenta: «Alcuni sono criteri demenziali come occupazione terapie intensive e numero di morti per Covid19. Rispetto a questi parametri siamo in avanguardia in Italia. E poi c'è l'RT, l'indice di contagio…e così noi oggi abbiamo terapie intensive occupate al 26% ma siamo zona rossa».

Il monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità e ministero della Salute  scrive:

Il forte sovraccarico dei servizi ospedalieri, l'incidenza ancora troppo elevata e l'ampia diffusione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità richiedono l'applicazione di ogni misura utile al contenimento del contagio. Per la terza settimana consecutiva l'incidenza scende lentamente (210,8 per 100.000 abitanti (29/03/2021-04/04/2021) vs 232,74 per 100.000 abitanti (22/03/2021-28/03/2021, dati flusso Iss), restando quindi elevata e ancora ben lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti.

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Scrive l'Istituto superiore di Sanità:

Per i tempi che intercorrono tra l'esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana (dal 29 marzo al 4 aprile) hanno contratto l'infezione nella seconda metà di marzo.

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