La Campania è zona rossa Covid. De Luca: “Queste divisioni sono una grande idiozia”
La Campania dal 15 novembre è zona rossa Covid. Lo ha deciso l'Istituto Superiore di Sanità che ha dato l'indicazione sulla base dei dati raccolti dal punto di vista epidemiologico e negli ospedali (posti letto). C'è stato poi il via libera del Comitato tecnico scientifico e infine la conseguente firma dell'ordinanza da parte del ministro della Salute Roberto Speranza.
Nel pomeriggio di oggi, alle ore 15, durante la sua diretta Facebook – andata on line poco prima della notizia – De Luca non ha fatto cenno alla notizia della imminente riclassificazione della Campania, ponendo anzi il tema dell'inutilità (usando un eufemismo) a della divisione in fasce di rischio prevista all'interno dell'ultimo Dpcm.
Poco prima l'arrivo di questa notizia, il governatore della Campania Vincenzo De Luca aveva infatti dichiarato: «Le zone rosse, gialle, arancioni, non mi fa né caldo né freddo. Mi sembra una grande idiozia». La scelta di affidare la decisione sui colori delle Regioni secondo il governatore «è una idiozia per far nascondere il governo dietro i numeri, per non assumersi la responsabilità di chiudere tutto». Durante la sua sfuriata social De Luca ha anche attaccato duramente governo e sindaco di Napoli.
Già ieri la Regione, attraverso l'Unità di Crisi, aveva annunciato provvedimenti di limitazione del traffico e delle aperture dei negozi: «Sul Lungomare di Napoli, dovunque, non guarderemo in faccia nessuno. Prenderemo provvedimenti rigorosi sulle strade della movida, dovunque andremo avanti senza guardare in faccia nessuno. Se il Governo assumerà misure di rigore – aggiunge – dico meglio tardi che mai». Tuttavia il governo ha deciso di chiudere tutto.
Oggi in Campania ci sono 3.900 nuovi contagi su 25mila tamponi. La percentuale è del 16,5%. «Devo dire che da 3-4 giorni la percentuale di positivi sui tamponi scende leggermente. Speriamo che sia una tendenza» ha dichiarato il governatore. Resta il problema della saturazione degli ospedali soprattutto nel Casertano e nel Napoletano dove i tempi di risposta delle strutture sono diventati drammaticamente lunghi.
Perché dunque la Campania da rischio moderato sarebbe stata riclassificata zona rossa? Anzitutto per i contagi, soprattutto nel Casertano e nel Napoletano. Poi per la situazione di sofferenza del sistema sanitario regionale che necessità di atti immediati tali da far calare e alla svelta il numero dei contagiati da Nuovo Coronavirus.
Zona rossa: cosa succede e quali sono le limitazioni
La zona rossa è quella più restrittiva dei tre criteri definiti dall'ultimo Dpcm. Nelle aree rosse abbiamo una sorta di lockdown soft che ricorda in parte quello della scorsa primavera. Spostamenti consentiti solamente per motivi di lavoro, salute, necessità e studio, laddove via sia didattica in presenza. In Campania le scuole sono già chiuse. Resta sempre consentito il rientro al proprio domicilio o residenza.
Si potrà andare da parrucchieri e barbieri, così come al supermercato, in farmacia, in edicola e dal tabaccaio. Bar e ristoranti chiusi, consentito l’asporto fino alle 22 e la consegna a domicilio sempre. Restano aperti i negozi che vendono beni essenziali (definiti nel Dpcm tramite codice ateco), come gli alimentari, le farmacie, ma anche le lavanderie.
Consentita l’attività motoria, ginnastica e jogging, ma solo vicino casa. L'attività sportiva consentita in forma individuale e all’aperto. Restano aperte le industrie, le attività legate all’artigianato, all’edilizia e ai servizi. È consentito il transito nei territori della zona rossa se è necessario a raggiungere altri comuni dove non ci sono restrizioni agli spostamenti o dove sono comunque consentiti. In ogni caso, nell’area rossa sarà sempre necessario utilizzare l’autocertificazione per giustificare gli spostamenti.