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Covid 19

Campania zona gialla Covid, spiegazione: tanti contagi ma trasmissione stabile. Dicembre ad alto rischio

La Campania è stata classificata zona gialla a moderato rischio Covid. Perché? Oggi Istituto superiore di Sanità e Ministero della Salute hanno spiegato la ragione delle decisioni. In Campania è stato valutato che la trasmissione del virus, pur aumentata nelle scorse settimane si è stabilizzata. Zone a rischio in Campania sono l’area Metropolitana di Napoli lungo la direttrice nord fino al Casertano. “La probabilità di raggiungere le soglie critiche in terapia intensiva nei prossimi giorni è maggiore del 50%”
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Perché la Campania è stata classificata zona gialla Covid? In sintesi: dipende tutto dai dati forniti dalla Regione al governo, al ministero della Salute, all'Istituto superiore di Sanità. È quanto emerso oggi  nella diretta video sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia con il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, e il Direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza, che hanno illustrato gli indicatori che hanno portato all’ordinanza del 4 novembre.

Emerge un dato importante: la Campania, oggi zona gialla è classificata «a rischio moderato con un probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese» insieme ad altre regioni fra le quali Lazio, Emilia-Romagna, Molise, Umbria.

Il dossier dell'Iss sulla Campania

Gli indicatori di monitoraggio regione per regione portano una previsione: entro il mese prossimo al 50% la Campania diverrà zona rossa o zona arancione. Ecco l'analisi dettagliata contenuta del documento diffuso dal ministero della Salute:

«Casi in aumento in entrambi i flussi. È stato rilevato un forte ritardo di notifica nei casi del flusso Iss che potrebbe rendere la valutazione di questi indicatori meno affidabile. Rt sopra 1 in tutto l'intervallo di credibilità al 95%. In aumento il numero di focolai attivi e di casi fuori catene di trasmissione. In aumento i tassi di occupazione in terapia intensiva (+4%) e di aree mediche (+8%). La probabilità di raggiungere le soglie critiche in terapia intensiva nei prossimi giorni è maggiore del 50%. La probabilità di progressione potrebbe essere sottostimata per incompletezza nel numero di casi ospedalizzati rispostati (cioè comunicati ndr.) al sistema di sorveglianza integrato».

Cosa significa? Che la Campania potrebbe finire in zona arancione o rossa, quando arriveranno i nuovi dati su contagi, incidenza di tamponi positivi, tasso di saturazione degli ospedali (i posti letto) e ovviamente l'indicatore Rt,  forniti alla cabina di regia. Dati aggiornati della cabina di regia arriveranno nelle prossime 48 ore.

Spiega Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità:

Ci sono una serie di strumenti che ci aiutano a capire come affrontare il rischio. Il primo, normato con un decreto del ministero della Salute del 30 aprile, viene istituita la cabina di regia, che fa capo al ministero, per collezionare ed elaborare una valutazione del rischio su base settimanale. E ci da' un'indicazione abbastanza precisa di come viaggia il virus. Il flusso di questi indicatori viene generato nei servizi sanitari regionali e inviato a Iss e ministero, quindi vengono assemblati i dati e vengono poi valutati secondo una dimensione del rischio. Questo viene fatto su base settimanale – ha aggiunto – in stretta collaborazione tra regioni, Iss e ministero. In cabina di regia peraltro ci sono anche 3 rappresentanti delle regioni, da Lombardia, Umbria e Campania.

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Per ora tuttavia la Campania è a rischio moderato. Perché?

Spiega Rezza, in qualità di  direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, figura apicale nel comitato tecnico scientifico.

La Campania, che ci si aspettava di trovare in fascia rossa, è invece gialla? Ha molti casi, ma ha un Rt molto più basso ad esempio di Lombardia o Calabria. Tanti contagi, evidentemente la trasmissione è molto aumentata nelle scorse settimane, ma adesso in qualche modo si è stabilizzata. Per cui c'è un Rt non particolarmente alto. Evidentemente  le ordinanze regionali possono avere avuto un certo effetto sulla trasmissione.

Rezza conferma che le zone a rischio in Campania sono l'area Metropolitana di Napoli lungo la direttrice nord fino al Casertano, non  la zona Sud (Salernitano-Cilento).

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