Campania zona arancione, la rivolta dei ristoranti al Lungomare: protesta in piazza Vittoria
Il tempo di commentare via Whatsapp l'ultima ordinanza con cui il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha prorogato la zona arancione fino alla Vigilia di Natale, subito in piazza: camerieri, maitre di sala, cuochi, lavapiatti, pizzaiuoli, chef, uomini di fatica e titolari dei ristoranti del Lungomare Caracciolo di Napoli protestano contro la chiusura nei pochi giorni che attendevano da tempo per poter, in minima parte, tirare il fiato dal punto di vista economico. Lo fanno con un presidio pacifico all'imbocco tra il lungomare e piazza Vittoria, lì dove finisce (o inizia a seconda del verso di percorrenza) l'area che per molti anni è stata totalmente chiusa al traffico e ora ha riaperto di recente causa motivi di viabilità e cantieri. L'annunciata zona gialla aveva spinto molti ristoranti ad approvvigionarsi di derrate alimentari per i quattro giorni di riapertura possibili fino alla nuova zona rossa nazionale. E ora quel cibo, comprato e pagato, non serve più.
«Protestiamo – dicono – perché non sapevamo nulla di questa decisione del presidente De Luca e ci siamo organizzati in base al decreto del governo Conte. Questo significa che abbiamo perso non solo ore di lavoro ma anche preparazioni e cibo che avremmo sperato di mettere a tavola almeno per domenica 20 dicembre». La mobilitazione non preannunciata e spontanea, si sta svolgendo senza problemi: camionette dell'Esercito si sono collocate ai margini della strada, subito dopo sono arrivati anche carabinieri e polizia.
«Gialli e poi arancioni nel giro di poche ore, è inaccettabile». Lo dichiara Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania, contestando «il dietrofront tra Governo e Regione sullo status dei nostri territori, passati da zona gialla per decreto nazionale a zona di nuovo arancione per delibera regionale nel giro di poche ore, mandando in tilt le migliaia di aziende legate al food della Campania». Secondo Schiavo «si è creato un caos totale. I ristoratori appena stamane avevano saputo dal Governo che la Campania sarebbe tornata ad essere zona gialla, con possibilità dunque di riapertura a pranzo, e invece oggi pomeriggio la Regione si sveglia e ci fa tornare arancioni. È una tempistica inaccettabile, che non tiene assolutamente conto delle esigenze e delle modalità commerciali dei ristoratori, dei proprietari dei bar e di tutti coloro che lavorano con il food. Noi di Confesercenti Campania non mettiamo in dubbio e in discussione la gravità della pandemia, la sua pericolosità e le decisioni volte a tutelare la salute pubblica. Né c'è mancanza di rispetto del dato che gli ospedali sono pieni e che effettivamente c'è troppa gente in strada in questi ultimi giorni. La priorità resta la salute, per carità, ma si vuole tenere in debita considerazione, dopo mesi di pandemia e quindi di esperienza tratta sul campo, che bisogna prendere decisioni più chiare e nei tempi che consentano agli esercenti di organizzarsi?»