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Covid 19

Campania, ospedali sotto stress, i medici: “Cominciamo a dover scegliere chi curare e chi no”

Pierino Di Silverio (Anaao Assomed Campania) a Fanpage.it: “L’assistenza per il Covid in Campania è allo stremo. Basta guardare le code di ambulanze davanti ai Pronto Soccorsi. I medici sono costretti a scegliere chi curare. Sbagliati i bandi sugli anestesisti, servono contratti dignitosi, perché in corsia si rischia la vita”.
Intervista a Dott. Pierino Di Silverio
vice segretario regionale Anaao Assomed Campania
A cura di Pierluigi Frattasi
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“L'assistenza per il Covid in Campania è allo stremo. Basta guardare le ambulanze che sono costrette a sostare ore davanti ai Pronto Soccorsi, dal viso dei tanti medici che vivono un senso di impotenza il dover decidere chi accogliere nei PS o non accogliere per carenze di posto e sarà sempre peggio. Quante vittime dovranno esserci ancora, prima di capire che senza i medici non puoi gestire una pandemia di così grandi dimensioni?  Cominciamo a dover scegliere chi curare e chi no”. Non nasconde la preoccupazione Pierino Di Silverio, componente dell'esecutivo Anaao-Assomed nazionale e vice segretario regionale della Campania dell'associazione dei medici dirigenti.

Perché si è arrivati a questa situazione?

“Io comprendo le difficoltà di Cabina di Regia, Regione Campania e Governo che stanno vivendo un momento drammatico, ma probabilmente la seconda ondata ha colto tutti di sorpresa per le modalità con cui si è presentata. Tutti si aspettavano che si sarebbero riempite le terapie intensive, invece una valanga umana si è riversata sui reparti di lungo degenza. Questo ha costretto ad interrompere le cure ordinarie per chi soffre di altre patologie”.

Quali sono i reparti più in difficoltà?

Le maggiori sofferenze sono in malattie Infettive, Pneumologia e Medicina interna, reparti che il ministero della Salute ha definito idonei ad accogliere pazienti Covid, dove la Campania già scontava una carenza di posti letto per 100mila abitanti rispetto al resto d'Italia per ragioni infrastrutturali e storiche. Inevitabilmente si sono dovute interrompere le cure ordinarie, convertendo posti letto di degenza ordinaria in posti letto Covid.

Quali patologie sono più a rischio?

Soprattutto i pazienti fragili: i trapiantati, i pazienti oncologici che non hanno un percorso ad hoc. La scelta di istituire Covid Unit in ogni ospedale, perfino al Pascale, è stata sbagliata, perché così serve più personale che si sarebbe risparmiato se avessero concentrato in un'unica struttura.

Come stanno affrontando la seconda ondata i medici?

Le istituzioni non hanno ascoltato la loro voce. Il modus operandi non è stato trasparente fin dall'inizio. Oggi negli ospedali ci sono i Dpi, perché allora i medici continuano a infettarsi? La risposta è che si è creata una commistione pericolosissima nelle strutture ospedaliere tra pazienti Covid e personale medico, dovuta al fatto che non sono stati attuati i percorsi e l'opera di vigilanza e controllo che la Regione doveva avere sulle direzioni generali e queste sulle loro aziende non è stata utile perché se il controllore è anche il controllato non si può raggiungere un buon risultato.

De Luca però sostiene che i posti letto ci sono.

La Regione non dice il falso, ma interpreta i dati e questo in un'epoca pandemica non è ammissibile. La Regione dice che ci sono 3.160 posti letto di degenza e circa 2.200 occupati. Poi aggiunge un asterisco, spiegando che parte di questi posti sono offerti dalle strutture accreditate. Al 4 novembre aveva risposto 5 cliniche per 273 posti. Il problema è che di questi 273, solo 18 sono di media intensità di cure e solo 4 di terapia intensiva. Ma così non si risolve il problema delle attese ai Pronto Soccorsi, perché mancano i posti a media intensità. È evidente che di quei 3.160 posti dichiarati una parte non è attiva, ma attivabile all'occorrenza. Ma il problema non riguarda tanto le degenze, che possono essere riconvertite facilmente, ma le terapie intensive che devono essere per forza organizzate in quanto richiedono macchinari complessi.

Perché non si attivano?

I posti letto e i macchinari di terapia intensiva ci sono. Ma mancano gli anestesisti. L'Unità di Crisi il 10 novembre ha chiesto a tutte le aziende ospedaliere campane, eccetto l'Aorn di Caserta e l'Aou di Salerno, di destinare in via temporanea le prestazioni di un proprio anestesista in favore dell'Asl Napoli 1 Centro, dove al momento, al centro delle contestazioni per i posti letto attivabili c'è l'Ospedale del Mare, che su 72 posti dell'ospedale modulare, ne ha attivi 32. Anche qui una decisione sbagliata: perché gli anestesisti non servono nelle altre Asl? E perché sono state escluse Caserta e Salerno?

La Protezione Civile però ha pubblicato il bando per 450 anestesisti in Campania…

Un altro errore. Il bando offre contratti di tipo libero professionali a 48 euro all'ora, che netti diventano 21 euro e senza assunzione. Ma in una fase in cui gli anestesisti mancano in tutt'Italia, perché uno specialista di Milano o Torino dovrebbe venire a Napoli per 21 euro, pagando anche l'affitto, quando la stessa Regione Campania due settimane fa pubblicava bandi simili in cui pagava 60 euro all'ora aperti anche a chi era già dipendente di un'azienda?

Qualche alternativa?

Meglio il Decreto Calabria che consente di assumere specializzandi con maglie allargate agli ultimi 3 anni con contratti a tempo determinato che poi si trasformano in indeterminato una volta acquisito il titolo. In Campania abbiamo 322 medici con questo profilo. Perché non si pensa a loro?

L'Asl Napoli 3 Sud ha aperto le domande anche agli specializzandi all'ultimo anno con contratti di 2 mesi. Che ne pensa?

Non siamo merce, ma persone. I medici che lottano col Covid si assumono rischi, vanno a lavorare in strutture senza percorsi Covid, sotto pressione a causa di una rivolta che da sociale è diventata sanitaria. Devono fare bandi con contratti decorosi come avviene in tutt'Europa.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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