La Regione Campania ha una legge sulla parità salariale uomo-donna
Il 16 ottobre 2021 il Consiglio regionale della Campania ha approvato all'unanimità (38 voti favorevoli su 38) la proposta di legge sulla parità salariale uomo-donna il cui titolo completo è «Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra i sessi, il sostegno dell'occupazione e dell'imprenditoria femminile di qualità, nonché per la valorizzazione delle competenze delle donne», prima firmataria Loredana Raia, consigliera regionale del Partito Democratico. La Campania è la terza regione italiana ad approvare una norma di questo tipo dopo il Lazio e la Puglia.
I dati sull'occupazione femminile in Campania
Perché serviva una legge sulla parità salariale fra donne e uomini in Campania? Si parte da una serie di dati preoccupanti e purtroppo in linea con il quadro nazionale italiano, ben distante da quello europeo: al Sud lavora una donna su 3. La Campania è la terza regione in Italia dove si sono rallentate le nascite di nuove imprese femminili (-965), dopo Lombardia (-1.776), Lazio (-1.222). Nel secondo trimestre del 2020, il numero di nuove imprese femminili è crollato del 42,3%, ben più del -35,2% registrato dalle aziende maschile. La differenza media tra salari maschili e femminili nell'Unione europea è del 16%, il che corrisponde, per le donne, a circa due mesi di lavoro non retribuito.
Non solo: a parità di competenze, non corrisponde parità salariale e uguale capacità di partecipazione economica: a tal proposito, l'Italia si trova al 1.250esimo posto di una lista di 153 Stati diversi. Le differenze sull’occupazione femminile non si evidenziano solo tra l’Italia e il resto dei Paesi europei, ma anche tra le diverse regioni e province italiane. La regione che registra la performance peggiore è la Campania con il 29,4%. Una delle province col minor tasso di occupazione femminile è quella di Napoli (26,5%).
Cosa prevede la legge regionale sulla parità salariale
Tecnicamente sono definite «azioni per il superamento della differenziazione retributiva basata sul genere». Anzitutto sarà istituito in Regione Campania un «Registro delle imprese virtuose in materia retributiva di genere». Chi ne fa parte? Quelle aziende che «attuano la parità retributiva tra donne e uomini». La Regione prevederà, nell'attribuzione dei benefici economici «un sistema di premialità a favore delle imprese iscritte nel Registro».
Saranno revocati benefici regionali, anche economici, alle imprese che vìolano la legge e discriminano le lavoratrici. Saranno penalizzate le aziende che:
vengono condannate con sentenza passata in giudicato nell'ambito di giudizi aventi ad oggetto le dimissioni ovvero il licenziamento, dichiarati illegittimi in quanto posti in essere in violazione della normativa vigente in materia di tutela della maternità e della paternità.
Misure economiche per incentivare l'occupazione femminile
La Regione nella legge promette di «sostenere e valorizzare» le imprese che assumono donne con contratti di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato, esclusi i contratti di lavoro domestico con «particolare riguardo a coloro che si trovano in situazioni di svantaggio economico e sociale»
Quali sono gli sgravi fiscali e le agevolazioni finanziarie
- Contributi fino ad un importo pari al 100% dell'IRAP relativa ai periodi d’imposta 2021, 2022, 2023;
- Premialità, nella forma di punteggio aggiuntivo, ai fini della valutazione dei progetti presentati nell'ambito di avvisi e bandi regionali.
- Fondo per il microcredito destinato alle donne in situazioni di disagio sociale.
- Offerta formativa regionale con percorsi rivolti alle donne che abbiano perso il posto di lavoro ai fini del loro reinserimento nel mercato del lavoro.
- Istituzione di un apposito "Sportello Donna" presso i Centri per l'impiego del territorio regionale, al fine di favorire l'incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro.
A chi sono applicabili gli sgravi fiscali
- Sgravi applicabili anche alle imprese che assumono donne con disabilità con contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato
- Sgravi applicabili alle imprese che assumono donne vittime di violenza con contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato.
Quali sono le agevolazioni finanziarie e a chi si applicano
Gli interventi sono riservati alle imprese nelle quali, da almeno un biennio precedente l'approvazione della misura di sostegno, le cariche di amministratore unico, di Presidente del consiglio d'amministrazione, di amministratore delegato è ricoperta da una donna o almeno un terzo dei componenti del consiglio di amministrazione sia di sesso femminile.
- Istituito un fondo per la concessione di agevolazioni finanziarie, sotto forma di garanzia;
- Stipula di un protocollo di intesa con l'Associazione Bancaria Italiana per consentire l'accesso al credito bancario a tassi agevolati.
- Alle imprese che possiedono i requisiti di cui al comma 3 è comunque riconosciuta una premialità nella forma di punteggio aggiuntivo ai fini della valutazione dei progetti presentati nell'ambito di avvisi e bandi regionali.
Il finanziamento degli oneri previsti dalla legge è pari a 600mila euro per l’esercizio finanziario 2021, e pari a 1 milione e 600mila euro per ciascuno degli esercizi 2022 e 2023.
Buoni per baby sitter e caregiver
Al fine di promuovere la conciliazione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro, la Regione nella legge ha approvato l'istituzione di un buono per l'acquisto di servizi di baby-sitting domestici ovvero di indennizzi del caregiver. Il buono è concesso, previo avviso pubblico, con cadenza annuale, alle madri lavoratrici, anche autonome, o imprenditrici, per gli 11 mesi successivi al periodo di congedo obbligatorio di maternità ovvero al congedo parentale.
Il buono può essere erogato esclusivamente per l'acquisto di servizi di baby-sitting attivati nel rispetto della normativa vigente in materia di lavoro e di previdenza sociale e per l'indennizzo dell'attività di caregiver svolta nel rispetto della normativa vigente in materia.
Tempi per conciliare lavoro e famiglia
Spesso alle donne, soprattutto alle madri, non è data possibilità di conciliare il lavoro con la famiglia, costringendole a veri e propri salti mortali tra i due aspetti della vita.
La legge «incentiva le iniziative di riorganizzazione dei servizi pubblici e privati convenzionati, volte a raggiungere la flessibilità delle prestazioni, il coordinamento degli orari e il risparmio di tempo per le attività familiari»
La giornata regionale contro le discriminazioni di genere sul lavoro
La legge istituisce la "Giornata regionale contro le discriminazioni di genere sul lavoro" da celebrarsi ogni anno il 13 maggio al fine di promuovere la cultura di genere, l'educazione, l'informazione e la sensibilizzazione in materia di discriminazione sul lavoro basata sul sesso su tutto il territorio regionale.
«Ho proposto il 13 maggio – ha detto Loredana Raia nella sua relazione in aula- come giornata regionale per la parità salariale perché il 13 maggio 1960 la Corte Costituzionale riconobbe il diritto ad una ragazza campana, Rosa Oliva, di partecipare ai concorsi pubblici che prima erano riservati ai soli uomini».