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Covid 19

Coronavirus, torna la paura. Nuova ordinanza: litigi in negozi e bus per le mascherine

La situazione aggiornata a Napoli e in Campania: i negozi faticano (ma in gran parte riescono) a far rispettare l’obbligo della mascherina. Difficile invece con la movida notturna giovanile e sopratutto sui mezzi di trasporto. L’ordinanza regionale di De Luca affida al solo conducente del mezzo la responsabilità dei controlli.
A cura di Cir. Pel.
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L'ultimo scorcio di luglio in Campania è all'insegna dei nuovi timori per l'aumento dei contagi da Coronavirus. Molta gente resterà a casa quest'anno, niente vacanze estive e per tanti motivi. Altri invece opteranno per brevi spostamenti in regione. E in entrambi i casi il bollettino regionale sui casi Covid19 in Campania è diventato fondamentale: molta gente cerca quotidianamente sul web notizie di focolai di Coronavirus in Campania per orientare i propri spostamenti estivi. E da quando, qualche giorno fa, Vincenzo De Luca ha emanato da presidente della Regione una nuova ordinanza con norme più rigide per coloro che non indossano la mascherina nei luoghi chiusi (multe di 1.000 euro e chiusura dei locali pubblici) è salita la tensione. Lo si vede chiaramente girando per le zone della movida o di mattina nelle aree più popolate da attività commerciali. Si sprecano litigi – soprattutto tra agguerriti vecchietti, i più preoccupati dalla pandemia e i più bombardati dalle notizie televisive – e discussioni sulla necessità di indossare la mascherina nei locali pubblici. È obbligatoria, così come lo è sui mezzi di trasporto e anche all'aperto in caso di mancanza del distanziamento sociale necessario.

Da ieri a oggi sono numerose le segnalazioni giunte da tutta la Campania ai centralini delle forze dell'ordine per segnalare l'inottemperanza all'ordinanza. Carabinieri e polizia in alcuni casi hanno anche multato degli esercenti (è accaduto a Salerno, ad esempio). Di certo c'è che l'obiettivo è quello di far capire ai cittadini che il pericolo virus non è affatto archiviato e che quindi è necessario dotarsi dei dispositivi di protezione individuale.

Diverso e ancora più complesso il discorso per i giovani: la movida notturna del fine settimana si è svolta senza particolari problemi ma sono ancora molti i ragazzi che la mascherina ormai la tengono alla stregua di un accessorio. I bar cercano di potenziare il servizio camerieri pur di non far accedere ai locali chi non ha la mascherina. Ma il vero "problema", se così vogliamo chiamarlo, è la naturale tendenza alla socialità, alla chiacchiera in  gruppo. Un tempo era convivialità, oggi è assembramento, abitudine difficile se non impossibile da cambiare sul breve periodo.

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Per quel che riguarda i mezzi pubblici a Napoli ad esempio è un caos totale. Nella metropolitana gli addetti non controllano niente ed è una circostanza verificata in molte stazioni da Municipio in su. Sulla Funicolare Centrale il controllo mascherina c'è; complicatissimo farlo sui bus: l'autista deve guidare o controllare in fondo chi ha la mascherina o chi se la toglie?

Il sindacalista Adolfo Vallini di USB spiega qual è la situazione trasporti al tempo del Covid a Napoli oggi.

Purtroppo sono settimane che denunciamo la complicata gestione delle misure anticovid-19 contenute all’interno delle ordinanze regionali e dei protocolli ministeriali. Prima di tutto, non sono rispettati i distanziamenti sociali alle fermate, sulle banchine delle stazioni e gli utenti salgono a bordo superando la capienza prevista. Inoltre non vengono rispettate le norme igienico sanitarie sull’utilizzo delle mascherine e sulla pulizia, igienizzazione e sanificazione dei mezzi. La nuova ordinanza regionale annunciata dal governatore Vincenzo De Luca che prevede il blocco dei mezzi pubblici (bus e treni) se a bordo dovesse trovarsi un passeggero privo di mascherina, rischia di peggiorare ulteriormente la situazione vista la reticenza degli utenti, soprattutto tra i più giovani, di rispettare le regole di prevenzione. Le aggressioni e gli atti vandalici ai danni dei lavoratori e dei bus sono, tristemente, all’ordine del giorno. È assurdo come tutti i controlli (verifica del raggiungimento della soglia del 60% della capacità del mezzo, osservanza della distanza interpersonale di un metro, uso delle mascherine, etc.), siano stati demandati a una sola persona, il conducente del mezzo, che in buona sostanza dovrebbe occuparsi del funzionamento del servizio, ivi compresa l’osservanza del codice della strada, e contemporaneamente tenere d’occhio il pubblico a bordo garantendo il rispetto delle norme anticontagio. Un’impresa che non solo è impossibile per un solo operatore, ma viola anche la normativa del settore, vista l’assenza della figura di un controllore.

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