Perché un camorrista non può smettere mai di imporre terrore e paura: parla Roberto Saviano
«Nessuno può sentirsi al sicuro in un Paese dove si ammazza perché qualcuno ha pestato delle scarpe. L'unico modo per celebrare la vita di Francesco Pio Maimone è occuparsi di tutto questo e non far finta che sia solo una storia di ghetto». Roberto Saviano ai microfoni di Fanpage.it parla dell'omicidio degli chalet di Mergellina.
Se non vogliamo che resti soltanto il disgusto, ma vogliamo comprendere cosa sta succedendo, cosa è successo
cosa sempre succede, bisogna prendersi del tempo e analizzare. Questa è l'unica cosa da fare anche per rispettare questa vita cancellata da questa barbarie.
Lo scrittore di Gomorra e della Paranza dei Bambini si ferma a riflettere partendo dalla vicenda del giovane di Pianura, periferia Ovest, ucciso da un colpo di pistola esplosa dalla pistola di un suo coetaneo e perfino omonimo, Francesco Pio Valda, di Barra, periferia Est di Napoli.
«Siamo a Napoli, siamo a Mergellina. Lo spazio dinanzi al golfo dove da sempre si ritrovano i napoletani e i turisti che vengono a Napoli, storico luogo di taralli e birre, per intenderci. Lì si trova un diciottenne, Francesco Pio Maimone, con i suoi amici. È la notte tra il 19 e il 20 marzo e accade qualcosa. C'è un giovane rampollo di camorra. Si chiama anche lui Francesco Pio. Francesco Pio Valda, ha vent'anni discendente di una famiglia camorristica di Barra. Qualcuno gli pesta i piedi, gli dà un pestone al piede. C'è molta ressa a Mergellina e le sue sneakers nuove vengono macchiate da questo pestone. Caccia una pistola Inizia a sparare prima in aria, poi qualcuno secondo le diverse versioni, lo accusa di avere una pistola giocattolo. Un proiettile raggiunge al petto Francesco Pio Maimone che niente stava facendo se non stare lì con gli amici a Mergellina e muore quasi all'istante».
Cronaca di fatti che conosciamo e che sono stati appurati quasi subito dalle indagini della Squadra Mobile di Napoli. Ora lo scrittore riflette sull'enormità dell'accaduto – una giovane vita spezzata – rispetto all'assurda causa scatenante, una rissa per una scarpa sporcata:
Si può morire così? Si può sparare perché qualcuno ha subito un pestone alle scarpe nuove? Ecco, in questi territori l'ossessione, l'ossessione dei camorristi, non solo dei camorristi, è l'onore, la rispettabilità onore e rispettabilità nelle sintassi camorristiche o dovrei dire più genericamente criminali, afferiscono alla sfera della paura, cioè ti senti rispettato, non se qualcuno ti stima.
Ma se qualcuno ti teme il tuo onore lo senti tutelato e protetto quando nessuno osa avvicinarsi a te o avere a che fare con te
senza deferenza.Guardare una persona significa entrare nel suo territorio e per farlo devi essere autorizzato. Lo puoi guardare se sei un amico, lo puoi guardare se sei un parente, se lo guardi senza autorizzazione lo stai invadendo.
Sono logiche incredibili, cioè non credibili. Ma com'è possibile che accadono?Avvengono nei territori dove non c'è niente Corrado Alvaro diceva: "Quando non hai nulla non hai la possibilità di realizzarti non hai la possibilità di lavorare non hai la possibilità di crescere l'ultima cosa che ti rimane è mettere paura".
Ma uccidere un innocente non è fonte di problemi per la criminalità organizzata che invece persegue l'anonimato, il silenzio, l'omertà e anche il consenso della gente comune? Roberto Saviano spiega:
Era così fino a qualche anno fa. È disonorevole ammazzare una persona innocente. È disonorevole, ammazzare una persona disarmata. Ma è il capitale della paura che conta. Quindi oggi anche ammazzare così a caso ti aumenta la rispettabilità, cioè ti aumenta la paura che incuti.
E quindi il tuo gruppo, chi ti è vicino semplicemente chi è secante inizia a essere terrorizzato da te e quello un capitale che ti spendi.
Cioè se sei, per esempio, se qualcuno ti risponde semplicemente a un'accusa che tu hai fatto, qualcuno ti risponde, questa cosa senti, il camorrista in questo caso si sente sminuito. Sente che quella persona gli sta togliendo l'unico capitale che si spende: l'intimidazione.L'onore significa che tutti devono avere paura di me, che tutti devono abbassare lo sguardo, che tutti devono venire a chiedermi cose per favore. Nessuno mi può avvicinare come se fossi un uomo qualsiasi. L'altra grande ossessione, l'essere anonimi.