Camorra nelle ditte funebri, assolto Attilio Cesarano: sei mesi al nipote Ciro

Assolto per non aver commesso il fatto Attilio Cesarano. Sei mesi di carcere, con pena sospesa, per detenzione e porto abusivo d'armi, per il nipote Ciro, che è stato anche assolto da tutti gli altri reati per non aver commesso il fatto, mentre per un ulteriore capo d'accusa è intervenuta la prescrizione. Queste le sentenze pronunciata dal giudice per le indagini preliminari Anna Imparato a termine del processo, con rito abbreviato, che vedeva imputati i due uomini: in particolare, Attilio Cesarano era accusato di intestazione fittizia di beni con l'aggravante di aver agevolato il clan Polverino-Nuvoletta, del quale si riteneva facesse parte.
La sentenza è arrivata dopo che il processo si è celebrato con rito abbreviato: tutto era nato dalle denunce presentate diversi anni da Angelo Tarantino, imprenditore del settore delle onoranze funebri, il medesimo dei Cesarano. Al termine delle indagini, gli imputati erano stati rinviati a giudizio con le accuse di illecita concorrenza, minacce, detenzione di armi, il tutto aggravato dalle finalità mafiose. Per loro, il pubblico ministero Henry John Woodcock aveva chiesto 7 anni e sei mesi per Ciro Cesarano e tre anni e sei mesi per lo zio Attilio, fratello del padre del primo. In un'altra inchiesta, le loro ditte erano state anche interdette dalla prefettura e sequestrate, su richiesta della Procura di Napoli. Quest'oggi è arrivata la sentenza del gip, che ha dunque dato ragione alla difesa dei due imputati, rispettivamente gli avvocati Alfano e Senese per Ciro Cesarano e l'avvocato Gili per Attilio Cesarano. Per il primo, figlio del fondatore e gestore della ditta Alfonso, defunto da tempo e noto per aver organizzato anche i funerali di Vittorio Casamonica, anche duemila euro di multa. Assolto invece con formula piena il fratello Attilio, zio di lato paterno del giovane.