Camorra, il pentito degli Amato-Pagano: “Da Raffaele Imperiale fino a 400 chili di cocaina alla volta”
Raffaele Imperiale, ritenuto dagli inquirenti tra i maggiori narcotrafficanti a livello internazionale e perno del clan degli Amato-Pagano, insieme al socio Mario Cerrone riusciva a far arrivare a Secondigliano, a Napoli nord, enormi quantitativi di droga, anche carichi da duecento o 300 chili, talvolta anche fino a 400 chili di cocaina. A raccontarlo è il collaboratore di giustizia Biagio Esposito, un passato prima tra le fila del clan Di Lauro e poi con gli Scissionisti.
Le dichiarazioni ricostruiscono lo spessore criminale di Imperiale, alias Lelluccio Ferrarelle, che gli affiliati del clan Amato-Pagano indicavano semplicemente come "il parente" e cercavano secondo gli inquirenti di tenere al riparo da inchieste e intercettazioni proprio a causa del suo ruolo fondamentale per la gestione e per la stessa esistenza del gruppo criminale. Esposito ha raccontato che Imperiale veniva indicato da Raffaele Amato e Cesare Pagano, i due capiclan, come "fornitore di carichi tra l'Europa e l'Italia di 200-300 chili a macchina, che "il parente" acquistava sia in Spagna e, per due volte all'anno, anche un Sud America".
Il collaboratore di giustizia ha riferito di avere appreso di queste informazioni in prima persona in quanto presente ai summit che si tenevano tra i boss e il narcotrafficante nei covi dei clan, anche all'estero, tra i quali c'era un ristorante di Barcellona poi acquistato da Cesare Pagano. In quella circostanza, riferisce sempre il collaboratore di giustizia, i due capiclan avrebbero ordinato le armi per la guerra contro i Di Lauro, compreso un bazooka da usare per uccidere il boss e i figli nella notte di Capodanno del 2003. Imperiale e Cerrone sono destinatari di una misura cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli su richiesta della locale Procura; "Lelluccio Ferrarelle", arrestato dalla Squadra Mobile ad agosto a Dubai, si trova ancora negli Emirati Arabi in attesa di estradizione.