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Inchiesta Croce Nera, ambulanze private a Napoli

Camorra e ambulanze, il boss Cimmino su Salvati di Croce San Pio: “Ci chiedeva di eliminare la concorrenza”

L’ex boss Cimmino, pentito, parla del rapporto con Marco Salvati di Croce San Pio: avrebbe chiesto al clan di “eliminare la concorrenza”.
A cura di Nico Falco
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Luigi Cimmino e Marco Salvati
Luigi Cimmino e Marco Salvati
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Marco Salvati, titolare de facto della Croce San Pio, non sarebbe stato semplicemente taglieggiato dai Cimmino, ma sarebbe stato anche aiutato dal clan del Vomero, che sarebbe intervenuto per ampliare il suo giro d'affari con le ambulanze private. Un quadro che ricalca quello ricostruito dagli inquirenti e che trova riscontro nelle parole di Luigi Cimmino, l'ex boss della camorra che da pochi giorni ha iniziato a collaborare con la giustizia ed ha depositato i primi verbali nell'ambito del processo con boss e gregari dell'Alleanza di Secondigliano.

Cimmino, che per decenni ha tenuto le redini del clan anche attraverso vari reggenti (l'ultimo dei quali sarebbe Andrea Basile), ha parlato anche del rapporto che lo legava a Marco Salvati (i tre sono tutti finiti in manette nell'ambito dell'ultima inchiesta della Procura su camorra e ospedali). Il titolare di Croce San Pio è tra i protagonisti dell'inchiesta giornalistica Croce Nera di Fanpage.it, sul mondo delle ambulanze private a Napoli.

L'ex capoclan, parlando delle infiltrazioni nel tessuto imprenditoriale del clan dell'area collinare di Napoli, fa una distinzione: da un lato gli imprenditori vittime di quella che definisce "estorsione pura", cioè quelli che "pagavano e basta, ovvero per poter lavorare tranquillamente dovevano per forza riconoscerci una percentuale". In questo gruppo c'erano le ditte di pulizia, quelle di manutenzione e alcuni dei fornitori per gli ospedali.

Il boss Cimmino: "Salvati ci chiedeva di eliminare la concorrenza"

Nell'altro gruppo, gli imprenditori che, al contrario, col clan avevano un rapporto molto più stretto. E parlando di questa categoria, in cui inserisce Salvati, Cimmino spiega: "hanno cominciato a pagare a me e al mio clan una tangente, ma poi col tempo siamo diventati amici". In cosa consisteva questo rapporto particolare? Sempre nel caso del titolare della ditta di ambulanze, il boss pentito racconta: "quando Marco Salvati voleva entrare nel business del trasporto ammalati o deceduti di un altro ospedale si rivolgeva a noi del clan chiedendoci di eliminare la concorrenza, o comunque ci chiedeva piaceri e favori anche lui a noi della camorra e nel frattempo ci riconosceva una percentuale".

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