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Camerota, 3.000 chili di tritolo per mettere in sicurezza i costoni delle spiagge: “Danni enormi”

Incredibile scelta del Sindaco che fa saltare in aria la falesia per mettere in sicurezza l’area che ricade nel Parco del Cilento. Legambiente: “Incomprensibile”. Presentate due interrogazioni parlamentari. Il Parco: “Fermate le nuove esplosioni”
A cura di Antonio Musella
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Per mettere in sicurezza un tratto di costa si decide di far saltare in aria con l'esplosivo interi tratti di roccia, spiaggia e vegetazione. E' questa l'incredibile soluzione trovata dal Sindaco di Camerota (Sa) Mario Salvatore Scarpitta che ha programmato l'utilizzo di 3 mila Kg di esplosivo per far esplodere la falesia nei pressi della spiaggia del Mingardo e di Cala del cefalo all'interno del Parco Nazionale del Cilento.

Una decisione che sta suscitando sconcerto e che è arrivata fino in parlamento. L'idea dell'amministrazione comunale è nata per mettere in sicurezza la zona costiera minacciata dal pericolo di crollo di alcune rocce e parte della falesia che sormonta le spiagge. Di certo l'esigenza di sicurezza va ottemperata, ma la soluzione trovata rischia di mettere in pericolo il delicato ecosistema della zona, tra l'altro interessata dal vincolo paesaggistico perché ricade nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento.

Legambiente: " Scelta incomprensibile"

Ad attaccare la decisione del Sindaco di Camerota è Legambiente Campania che in una nota a firma della presidente regionale Maria Teresa Imparato definisce la scelta incomprensibile e incoerente con gli obiettivi di salvaguardia degli ecosistema dell'area tra Camerota e Palinuro. " Circa 3mila kg di esplosivo per far saltare costoni in area parco, tra Camerota e Palinuro, non sono una politica di messa in sicurezza, ma una scelta incomprensibile – spiega la presidente di Legambiente – condanniamo con fermezza scelte e modalità che vanno nettamente nella direzione opposta di tutela e di interventi di ingegneria naturalistica a ridotto impatto".

La denuncia degli ambientalisti spiega come la soluzione adottata, ovvero quello di far saltare in aria la falesia, sia una scelta assolutamente obsoleta. D'altronde è un dato oggettivo che le tecniche di ingegneria di oggi permettono interventi assolutamente meno impattanti della soluzione "esplosiva" trovata dal Sindaco. "Scelte di questo tipo – prosegue Legambiente – i riproiettano in un passato dove politiche del genere hanno condannato il Cilento, che ancora ne paga lo scotto, all'isolamento e all'incuria. il territorio ha bisogno di cambiare rotta, a partire dalla messa a bando di interventi del genere, con un progetto complessivo di messa in sicurezza e cura dell'intero territorio del Parco al partire dalla fragile costa".

Intanto il Direttore del Parco del Cilento, Romano Gregorio, ha emesso un'ordinanza di sospensione dei lavori proprio per scongiurare l'utilizzo dei 3 mila Kg di esplosivo previsti dal Comune. Il provvedimento del direttore del Parco del Cilento interviene proprio alla vigilia di una nuova esplosione programmata nell'area delle spiagge Cala Finocchiara e la Vela, prevista da un'altra ordinanza sindacale del Comune di Camerota per il 21 marzo. L'ordinanza del Parco Nazionale del Cilento intima, come si legge dal documento, al Comune di Camerota di fornire i nulla osta necessari alle operazioni che sarebbero dovuti essere rilasciati dal Ministero dell'Ambiente

Interrogazione al Ministro dell'Ambiente: " Danno ambientale enorme"

Il caso è arrivato in parlamento con al presentazione di un'interrogazione parlamentare a cura dei deputati del Partito Democratico Arturo Scotto e Michela Di Biase. "Si tratta di un’ area Sic, Patrimonio dell’Unesco sulla quale sono state fatte brillare parti di falesia dopo molte settimane in cui l’intero costone è stato demolito anche attraverso l’azione di mezzi meccanici, stravolgendo irrimediabilmente il paesaggio e causando danni alla popolazione che da due mesi non può utilizzare il tratto di strada provinciale 562, tra Cala Finocchiara e la Spiaggia della Vela".

Oltre al danno ambientale, i lavori ordinati dal Comune stanno rendendo impossibile la circolazione sulla strada provinciale 562 che collega diversi comuni del Cilento. Il Ministero stesso ha richiesto all’amministrazione di fornire informazioni circa le attività segnalate e se le stesse siano state autorizzate nel rispetto di quanto disposto dall'articolo 6 della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” in materia di Valutazione di Incidenza, oltre che in coerenza con le Misure di Conservazione del sito Natura 2000 presente. "Chiediamo al Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin se sia a conoscenza dei lavori eseguiti e dei danni ambientali provocati da questo intervento e se ritenga – per quanto di sua competenza – di dover intraprendere iniziative affinché, prima di effettuare ulteriori interventi estremamente invasivi e dal forte impatto ambientale, siano fatte tutte le valutazioni tecniche previste per legge" concludono l'interrogazione Di Biase e Scotto.

Una nuova interrogazione è stata annunciata dal deputato dell'Alleanza Rosso – Verde, Franco Mari, eletto proprio nel collegio della provincia di Salerno. "Da ormai due mesi nell'area della spiaggia del Mingardo, uno dei tratti di costa più belli e suggestivi della Campania, si stanno portando avanti lavori di smantellamento della falesia che non sono sostenuti da nessuna presunto grave o imminente pericolo e non sono accompagnati da alcuna perizia geologica dettagliata che giustifichi operazioni di tale portata" spiega Mari in una nota. "Sulla falesia è stato utilizzato il tritolo e il sindaco ha annunciato per il 21 marzo una nuova operazione di brillamento delle rocce – prosegue – il Sindaco, che in una prima delibera ha parlato di semplice pericolo di caduta massi, ora maldestramente parla di ‘vecchia frana, dove sono le perizie che sostengono questa tesi ? Perché la Provincia non è intervenuta come nel 2018 con i suoi geologi e i suoi rocciatori?". Ora è corsa contro il tempo per evitare che si continui ad usare il tritolo all'interno di un'area protetta.

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