Anche per lo stupro delle cuginette di Caivano è iniziata l’orribile offerta di video a pagamento su Telegram
È un copione. Lì dove c'è morbosa attenzione per un elemento multimediale a sfondo sessuale, foto, video, audio, nasce l'offerta. Nella stragrande maggioranza dei casi è una truffa: truffa a idioti che cercano materiale orribile, come i video di una violenza sessuale.
Ma se c'è il tentativo di imbroglio – perpetrato su Telegram con richiesta di pagamento – è chiaro che c'è la domanda. Chi è in grado di sopportare la visione di queste mostruosità? Esistono.
Lo dicono i volumi di ricerca e le tendenze di search engine e social network: è una domanda sociale sommersa e inquietante. Morbosità, patologia, desiderio di possedere ciò che altri non hanno, incuranti anche dei rischi ai sensi della legge. Così è stato per la violenza sessuale di gruppo a Palermo, così è per lo stupro delle due cuginette di 12 e 10 anni al Parco Verde di Caivano.
È materia sulla quale entro breve (se non è già accaduto) si fionderà la Polizia Postale di Napoli, ma per trattare la quale occorrerebbe avere più a che fare con psichiatri e sociologi che con le forze dell'ordine. Fortunatamente fino ad oggi non esistono video di pubblico dominio dell'orrore al Parco Verde di Caivano. Se dovessero esserci sarebbero in uno degli smartphone di proprietà dei presunti abusatori, cellulari acquisiti dai carabinieri.
Resta lo sconcerto, lo scoramento per il degrado umano. Attenzione a non scavare molto, si rischia di peggiorare la situazione. Ci sono account social che con la scusa di «raccontare storie vere» utilizzano l'intelligenza artificiale e la tecnica del deepfake per dare forma a fotografie e farle parlare e farle sembrare le due cuginette abusate sessualmente. Il dramma è che qualcuno pensa siano davvero loro.