Caivano, messa per i morti di cancro nella terra dei Fuochi. Chiesa gremita alla cerimonia officiata da don Patriciello
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«La Terra dei fuochi non fu e non è una invenzione» si ripetono i tanti che sono nelle seconde, terze file della chiesa del Parco Verde di Caivano, periferia di Napoli oggi sotto i riflettori per tante vicende tra cronaca e politica. Nelle prime file ci sono istituzioni e rappresentanti dei comitati che per anni si sono battuti parlando delle morti per cancro e dei troppi bambini ammalati in questa zona di sversamenti abusivi, incendi di materiali tossici e interramenti di rifiuti. Molti degli esponenti di questi comitati hanno iniziato a scendere in corteo dopo aver perso un loro caro. Ieri, la messa, per ricordare tutte le persone che sono morte di cancro in questi ultimi anni, voluta da don Maurizo Patriciello, parroco del Parco Verde «per sostenere gli ammalati oncologici e per ringraziare Dio e tutti coloro che hanno lottato con impegno in questi anni difficili». ovvero quelli della denuncia dell'abbandono e della combustione dei rifiuti.
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Presenti oltre ai rappresentanti delle istituzioni (il prefetto di Napoli, Michele di Bari; il sindaco metropolitano Gaetano Manfredi; il deputato Francesco Emilio Borrelli), al vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, anche i rappresentanti dei numerosi comitati di volontari che nel corso degli anni proprio con don Maurizio si sono impegnati per denunciare quanto accadeva nella "Terra dei fuochi". Volontari che dopo la recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo chiedono che le bonifiche siano portate a termine, e al più presto.
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