Caivano, il fratello di Paola accusato di omicidio preterintenzionale per futili motivi
Si delinea la posizione di Michele, il fratello di Maria Paola Gaglione, la ragazza di 18 anni morta in seguito ad un incidente stradale a Caivano, nella provincia di Napoli, lo scorso 11 settembre: il giovane è accusato omicidio preterintenzionale per futili motivi. La posizione del giovane, che si trova in carcere, coinvolto nell'incidente nel quale è morta Maria Paola, potrebbe cambiare ancora nelle prossime ore, con il progredire delle indagini sull'accaduto, e si attende la convalida dell'arresto: da quanto apprende Fanpage.it da fonti legali, potrebbe decadere l'aggravante di omofobia. Michele, ad ogni modo, da quanto hanno rivelato fino ad ora le indagini, stava inseguendo lo scooter con a bordo la sorella e il fidanzato Ciro Migliore, 22 anni, nato donna ma in fase di transizione, perché si opponeva alla relazione. Intanto, l'autopsia sul corpo della 18enne dovrebbe essere effettuata nelle prossime ore, poi la salma sarà restituita alla famiglia per i funerali.
Convalidato il fermo per il fratello della vittima
Il gip del Tribunale di Nola, Fortuna Basile, che ha ascoltato per circa tre ore Michele Antonio Gaglione, ha convalidato il fermo per il fratello di Maria Paola: l'accusa, come anticipato, è quella di omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi. Durante l'interrogatorio, il giovane ha ribadito di aver inseguito lo scooter con a bordo la sorella e Ciro Migliore, ma di non averlo speronato: Ciro avrebbe perso il controllo del mezzo e sarebbe finito in una scarpata.
Arcigay: "Ciro vuole giustizia per Maria Paola"
Sulla terribile vicenda di Caivano è intervenuto l'Arcigay Napoli, nella figura del presidente Daniela Falanga: "La mamma di Ciro in particolare – riferisce – ci tiene a far sapere che vuole assolutamente che il fratello di Maria Paola paghi per quello che ha fatto. Parliamo di due dinamiche che confluiscono. Qui c'è una donna che in qualche modo deve essere vinta dal volere degli altri e assoggettata al patriarcato; e c'è poi questa cultura per cui si debba negare la propria identità di genere a un ragazzo, la transfobia". L'associazione, inoltre, aiuterà e supporterà Ciro: "Gli metteremo al fianco degli psicologi per affrontare il lutto. Ma vogliono che fratello paghi per quello che ha commesso. Vogliono che paghi. Avranno anche un supporto legale, saranno supportati da tutta la comunità Lgbt".