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Bufalo morto col colera nella centrale del latte, l’Asl di Caserta: “Allarme rientrato”

L’Asl ha esaminato tutti i dipendenti dello stabilimento e le acque ed effettuato ulteriori controlli che hanno dato tutti esito negativo. Ok alla vendita del latte.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Immagine di repertorio
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"Allarme rientrato per il bufalo morto negli scorsi giorni col batterio del colera in una centrale del latte a Gioia Sannitica. Il batterio presente non era patogeno". Lo comunica l'Asl di Caserta, dopo gli ulteriori accertamenti clinici effettuati sui campioni prelevati. Il caso era scoppiato il 16 agosto scorso, quando il laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (IZSM), aveva comunicato all'Asl, "con estrema urgenza", "il riscontro di una infezione da Vibrio Cholerae verosimilmente patogeno nel fegato della carcassa di un vitello allevato e deceduto in uno stabilimento che produce latte sito in Gioia Sannitica".

I campioni inviati al centro nazionale vibrioni di Ancona

L’IZSM aveva aggiunto di aver subito inviato il campione al Centro di Riferimento Nazionale per i vibrioni con sede ad Ancona per la necessaria conferma. Ricevuta la comunicazione, la ASL ave va inviato immediatamente sul posto squadre di Medici e di Medici Veterinari, richiedendo anche la presenza di funzionari dell’ARPAC. Il Personale Medico dell’ASL Caserta aveva verificato lo stato di salute del personale presente, raccogliendo quante più informazioni possibili e prelevando numerosi campioni di acqua. Imposta anche la raccolta di feci di tutto il personale dipendente dello stabilimento il quale peraltro è in larghissima parte costituito da lavoratori provenienti dall’India e dal Bangladesh.

Controlli continui dal 16 agosto

Dal 16 agosto in poi i controlli nello stabilimento si sono susseguiti quasi quotidianamente per verificare la situazione sanitaria degli uomini, degli animali e degli alimenti. Mercoledì 21 agosto, il Centro di Riferimento di Ancona ha quindi comunicato che il Vibrio Cholerae presente "non era patogeno", "in quanto non possedeva le caratteristiche genetiche per la produzione delle tipiche tossine causa di malattia".

Autorizzata la vendita del latte

Poiché anche le analisi sulle acque e sulle feci finora espletate non hanno evidenziato la presenza di vibrioni, "l’allarme – precisa l'Asl – può considerarsi rientrato". È stata anche liberalizzata la vendita del latte, "in quanto il rischio è rientrato nella norma". La ASL continuerà comunque a tenere sotto controllo la situazione sanitaria degli uomini, degli animali e degli alimenti, fermo restando che al momento non c’è alcuna evidenza di elementi che possano far pensare ad un innalzamento del rischio sulla salute dei cittadini.

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