Bruno Mascolo, primo napoletano nell’Italbasket dopo 37 anni: “Una soddisfazione immensa”
Dai cortili di Castellammare di Stabia alla Nazionale italiana di basket: è la storia di Bruno Mascolo, cestista in forza alla Derthona Basket in Serie A e convocato dal commissario tecnico Meo Sacchetti prima nella long list dell'Italbasket in vista dei prossimi impegni di qualificazione al Mondiale 2023 che si terrà in tre nazioni asiatiche (Filippine, Giappone ed Indonesia), e poi nella lista definitiva dei 16 Azzurri che affronteranno la Russia (26 novembre a San Pietroburgo) e i Paesi Bassi di coach Maurizio Buscaglia (29 novembre al Mediolanum Forum di Assago a Milano). "Un sogno che si realizza", ha spiegato in una intervista esclusiva a Fanpage.it lo stesso Bruno Mascolo, durante la quale l'atleta stabiese ha raccontato la sua emozione.
Cosa hai provato quando hai saputo di essere stato convocato da coach Sacchetti?
Io fin da quando ho iniziato a giocare a cinque anni in strada avevo questo sogno. E quando me l'hanno detto, sono stato felicissimo, proprio al settimo cielo. Questo è sempre stato uno dei più grandi obiettivi in carriera, se non il più grande: essere in Nazionale maggiore. Quando il coach me l'ha detto sono davvero rimasto profondamente emozionato, è stata una gioia immensa.
Tu giochi nel Derthona Basket, una neopromossa: avevi già giocato in Serie A, ma conquistarla anche in prima persona cosa ha significato per te?
Un orgoglio pazzesco: conquistare la Serie A sul campo, dopo una serie di finali in cinque gare contro il Torino, quindi un derby, è stato meraviglioso. Nessuno ci ha mai regalato nulla, arrivare in Serie A conquistandola ha un sapore davvero dolce. E poi restare qui, in una società dove tutti conoscono te, i tuoi pregi e i tuoi difetti, lavorare con lo stesso allenatore.. sono tutte cose che mi hanno permesso di adattarmi in fretta alla Serie A.
Qual è il tuo obiettivo personale in questa stagione, a parte ovviamente la salvezza sul campo con Derthona?
Voglio affermarmi come uno dei migliori giocatori italiani nel mio ruolo (playmaker, ndr) e voglio farlo qui, dove mi conoscono, mi trovo bene con l'allenatore e i compagni di squadra. E per me fare un buon campionato e buone partite al primo anno, vuol dire poi poter affrontare un secondo campionato in discesa.
Capitolo NBA: per quale squadra tifi? Hai un giocatore a cui ti ispiri o che ammiri particolarmente? E soprattutto, cosa pensi di Stephen Curry?
Io ho sempre tifato per i Los Angeles Lakers, e ovviamente ho nei miei occhi solo Kobe Bryant, di cui sono sempre stato tifoso. Su Curry, beh, sono dieci anni che fa queste cose: è un giocatore unico, e non penso che ne vedremo facilmente un altro anche solo lontanamente come lui, per cui godiamocelo perché è uno spettacolo per gli occhi.
Tornando alla tua carriera, hai iniziato giovanissimo nella Libertas Stabia: che ricordi hai di quel periodo giovanile?
Mi ricordo che quando ho iniziato eravamo tutti giù, giocavamo nel mio cortile, dove avevamo il canestro: facevamo un'ora e mezzo lì in cortile e poi al campetto per un'altra ora e mezzo di allenamenti, tornavamo e giocavamo ancora. Eravamo sempre con una palla a spicchi in mano. Di quel periodo non rimpiango niente, e le amicizie che ho sviluppato all'epoca me le porto ancora tutte dietro, e si sono anzi consolidate col tempo.
Tu segui anche il calcio: per quale squadra tifi e a quale ricordo calcistico sei più legato?
Io naturalmente tifo Napoli, non potrei tifare altrimenti. Mi ricordo che essendo di Castellammare di Stabia andai a vedere il derby Juve Stabia-Napoli in Serie C, credo di avere avuto 7-8 anni. Mi ricordo tutto di quella giornata, mi è rimasta impressa. Tra l'altro il Napoli perse 3-1 contro lo Stabia quel giorno.
Domenica scorsa hai affrontato il Napoli Basket al PalaBarbuto, che tu già conosci avendo giocato da giovanissimo qui. Cosa hai provato a giocare qui con la maglia di Derthona?
Per me è sempre bello giocare a Napoli. Il PalaBarbuto è un campo che conosco bene avendoci giocato, ed è sempre molto caldo il tifo sugli spalti. Fa sempre piacere giocare in un palazzetto dove sai di trovare anche amici, parenti, conoscenti.. insomma, tante facce amiche. Certo poi inizia la gara e tu sei concentrato solo su quella, ma è sempre bello giocarci. Io poi avendo famiglia e amici a Castellammare, ne approfitto per rimanere anche qualche giorno dopo la gara, come ho fatto proprio domenica scorsa.
Una ultimissima battuta: tu sei un figlio della provincia di Napoli che ce l'ha fatta, ora giochi in Serie A e sei anche entrato nel giro della Nazionale maggiore. Che consiglio vuoi dare ai più piccoli che si avvicinano alla palla a spicchi?
Guarda, inutile girarci attorno: da noi è tutto più difficile, non ci sono neanche strutture adeguate per fare basket. L'unico consiglio che però posso dare ai ragazzi è: non mollate. Troverete tanti ostacoli lungo la via, ma andate avanti. Non abbattetevi, se prendete un colpo, rialzatevi e continuate facendo finta di niente. Il lavoro duro viene sempre premiato alla fine.